Premessa.
Dato che da 30 anni uso
personalmente con
i bambini tutta la tecnologia
che mi passa per le mani, e non per contemplarla ma per
fare le cose, credo che lo posso dire senza nessun timore di
passare per un vecchio dinosauro spaventato dall'avanzare del
“nuovo”. Ai bambini di oggi, più che scuole malamente
“digitalizzate” (dove di norma non si sanno usare non solo i
computer, ma nemmeno la macchina fotografica, ci crediamo davvero che
il
miracolo lo faranno ora le LIM e i tablet? Contalo a tua
sorella!) servono fondamentalmente altre cose: adulti
che raccontino storie e li aiutino a immaginare,
libri (possibilmente di carta) a cui appassionarsi fin da
piccoli; spazi nella natura per correre, esplorare, annusare
l'erba e il muschio, andare in bicicletta, e soprattutto il tempo di
potersi ritrovare insieme, a giocare con gli altri bambini.
Queste cose, se mancano, non sono certo i gadget digitali che le
sostituiscono! E queste cose soprattutto significano che la società
torna ad ed essere attenta
alle nuove generazioni, non solo per vendergli qualcosa, o
per fare ideologia, ma perché ci tiene a che possano crescere in
modo armonico e sereno.
Il
“Corriere” una quindicina di giorni fa titolava: «I
cortili ritornino ai bambini»,
riferendosi all'iniziativa di Chiara
Bisconti,
assessore al Tempo Libero del Comune
di Milano,
che ha pronta sul tavolo "una bozza tesa a rimuovere
qualsiasi divieto al gioco per i bambini
sotto i 10-12 anni con l'eccezione delle ore dopo pranzo". Mi
ricordo negli anni Settanta Franco
Passatore
che, raccontando delle sue esperienze di animazione
teatrale,
poneva una domanda molto semplice, ma indicativa dei valori di una
civiltà: perché
le macchine possono fare rumore e i bambini no?
Non
sappiamo quando e come usciremo dalla crisi attuale. Certo,
l'opulenza che forse stiamo perdendo non ci ha reso più
felici e sereni, più capaci di vivere insieme con gli altri, più
capaci di godere di quello che abbiamo. Potrebbe anche essere che
finalmente capiamo che forse, piuttosto che accumulare per per noi e
per i nostri pargoli tesori da nascondere gelosamente nel chiuso di
appartamenti incomunicanti, potrebbe essere molto più bello –
oltre che meno costoso – lasciare che almeno i bambini scendano
di nuovo a giocare in cortile. Perché il mondo - loro
ancora istintivamente lo sanno – è più bello quando non lo
si compra, ma lo
si immagina e lo si gioca!
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