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sabato 2 giugno 2012

La petizione per i bambini della Siria

Una delle cose più tristi, quando avvengono stragi orribili come quella di Hula, è assistere al rituale rimpallo di responsabilità, alle accuse reciproche tra le diverse parti in conflitto, e soprattutto alle giustificazioni di chi tiene per la parte indicata come responsabile per affermare che i “cattivi” veri sono sempre altri.
Così, come la Russia oggi difende il regime siriano, allo stesso modo c'è chi comunque difende gli israeliani quando le vittime sono bambini palestinesi, chi difende i palestinesi quando le vittime sono bambini israeliani, chi in Afghanistan si sdegna per i bambini ammazzati dai talebani e non per quelli uccisi “per errore” dalle bombe della NATO e viceversa, e così via.
La petizione di Avaaz.org chiede almeno 3.000 osservatori internazionali, in modo che chi si comporta da criminale – chiunque sia – più difficilmente lo possa poi negare e sottrarsi alle proprie responsabilità. E in questo modo forse si potranno salvare degli innocenti, in particolare bambini.

Forse, perché purtroppo in questi anni la “comunità internazionale” , quando è intervenuta in quelle che una volta si chiamavano “questioni interne” dei singoli paesi, lo ha fatto per lo più in modo molto opinabile e spesso violento, e raramente, per una ragione o per l'altra, è riuscita a fermare le stragi degli innocenti. Anzi, sappiamo bene che spesso proprio gli interventi “pacificatori” hanno scatenato dinamiche perverse e incontrollabili, aggiungendo ulteriori conflitti, lutti, disastri.
Certo, è una buona cosa che centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo firmino per mettere fine alla carneficina in Siria, e che ancora l'indignazione spinga a mobilitarsi, a cercare di fare qualcosa. E che si usi la rete per far sentire forte la voce anche della gente comune, coscienti che nel nostro tempo possono esistere alternative ai maneggi della politica e del potere. E speriamo che serva, oggi ai bambini siriani e domani magari ad altri, chiunque essi siano e da chiunque, nemici o amici nostri, siano minacciati!


domenica 27 maggio 2012

Il blog, l'amico scomparso, le stragi degli innocenti


Tenere un blog indipendente è certo meno “assillante” che dover pubblicare per contratto un certo numero di articoli al mese, ma anche più facilmente induce alla pigrizia, quando ci sono tante altre cose impellenti da fare e quando sai che comunque riparti con un pubblico molto limitato.
Se sei consapevole che a migliaia tutti i giorni ti leggono, interloquiscono, ti danno credito, allora è facile addirittura che tuo blog ti spinga da solo: può succede perfino che in un momento di sbando della politica qualcuno ti prenda per il messia e guardi ai tuoi post come al vangelo quotidiano! Rimane, rimarrebbe comunque, l'impegno autocritico di pensare bene a quello che si scrive e di rispettare, per principio, le opinioni altrui. Il che ovviamente non esclude polemiche anche forti con chi nel mondo e in rete agisce con pratiche e idee che fanno male. In questo caso ai bambini.
A volte non bastano le doti mimetiche per passare inosservati!
Questa “seconda ripartenza” vorrebbe annunciare un mio ritorno a una presenza quasi quotidiana, per quei pochi che su “Bambini Oggi” già mi leggevano e per quelli – speriamo prima o poi molti e di più – che mi vorranno seguire qui.
Perché l'impegno educativo e civile oggi è più che mai importante, e tutti siamo chiamati – se non vogliamo continuare solo a lamentarci per un mondo che va sempre più al contrario - a fare la nostra parte, cercando di spostare qualcosa nella direzione in cui crediamo, o almeno provandoci.
Proprio ieri è venuto a mancare Riccardo Rivarola, che anche per chi non lo ha conosciuto di persona è stato in questi anni in rete, se si parlava di educazione, di scuola, delle diverse tematiche relative alle nuove generazioni alle prese con il mondo di oggi, una delle presenze più assidue, coerenti, intelligenti, un punto fermo che comunque ritrovavi. E tutti anche per questo ne sentiremo tanto la mancanza.
Ma ancora ieri, in quella assurda mattanza che si sta consumando appena un po' più in là, dall'altra parte del Mediterraneo, decine di bambini sono stati massacrati nei bombardamenti dell'esercito siriano, che così risponde al desiderio di cambiamento e di democrazia del suo stesso popolo. Barbarie assoluta, che a me personalmente rende difficile anche mettermi lì a scrivere, perché chi sono io e che titolo ho per disquisire e divagare sul dolore e le tragedie altrui?
Una settimana fa a Brindisi per la prima volta il terrorismo – qualunque sia la sua origine o colore, personale, “politico”, comunque delirante e inumano – ha colpito direttamente una scuola. E nel sottolineare questa atroce novità, per l'Italia, non posso fare a meno di pensare ad altri contesti, come gli Stati Uniti, in cui invece le stragi nelle scuole, con altre modalità, sono invece una cosa “normale” e ricorrente.
Senza tregua! Da un altro di quei paesi del nord in cui, a parte il freddo, tutti pensiamo che si viva in una specie di paradiso, due ragazzi sono stati uccisi sempre ieri in Finlandia da un coetaneo che sparava a casaccio sulla folla...
Se il blog comunque significa non restare solo a guardare... che blog sia!