Giocooperiamo
il titolo di una percorso
Coop di educazione al consumo
nelle scuole, ed è diventato anche il titolo del piccolo
documentario,
quasi interamente girato
dai ragazzi, con cui
lo svolgimento di questo percorso è stato raccontato in una primaria
e una media di Brescia.
Io
sono arrivato lì solo alla fine, un paio d'ore per classe,
portando una videocamera,
con cavalletto, microfono direzionale e cuffie. Ho dato
gli strumenti in mano a bambini e ho detto semplicemente "fate!".
Non
serve un "corso", con gli strumenti di oggi, per ottenere
riprese subito "perfette". Non ne hanno
bisogno più di tanto le generazioni – i bambini come gli
adulti – cresciute guardando la televisione. Basta che
ognuno richiami alla mente l'immensa cultura audiovisiva latente che
tutti abbiamo e non si cerchi di fare le cose che ancora non sappiamo
fare. Se non si è sicuri di muovere bene la videocamera, basta
tenerla ferma.
Poi, dopo qualche panoramica ben fatta con un cavalletto dalla testa fluida, si capisce come funziona e si faranno bene le cose anche a mano. Riprese brevi però, mi raccomando, con un inizio e una fine, staccare! E alla prossima inquadratura cambiare il punto di vista. Queste cose i bambini lo capiscono subito, non perché siano "nativi digitali" o pinzillacchere del genere, ma semplicemente perché sono bambini e la convinzione nefasta di "non essere capaci" non prevale ancora sulla curiosità di provare, come invece accade a molti adulti, per fortuna non tutti!
Poi, dopo qualche panoramica ben fatta con un cavalletto dalla testa fluida, si capisce come funziona e si faranno bene le cose anche a mano. Riprese brevi però, mi raccomando, con un inizio e una fine, staccare! E alla prossima inquadratura cambiare il punto di vista. Queste cose i bambini lo capiscono subito, non perché siano "nativi digitali" o pinzillacchere del genere, ma semplicemente perché sono bambini e la convinzione nefasta di "non essere capaci" non prevale ancora sulla curiosità di provare, come invece accade a molti adulti, per fortuna non tutti!
Alcuni insegnanti, che magari fino al giorno prima pensavano che "fare un film" fosse una cosa solo per professionisti, si accorgono che in realtà, almeno per quanto riguarda le riprese, può essere invece molto facile: osservano i propri alunni all'opera e semplicemente colgono l'evidenza dei
fatti, credono ai proprio occhi,
invece che solo a quello che si racconta in giro e a forza di sentirlo
ripetere crediamo che sia la verità
I
bambini poi, se gli dai la responsabilità di fare un film "vero"
– per questo una videocamera e un cavalletto servono, almeno
all'inizio, perché con il telefonino non sembra una cosa seria!
(anche se poi cambia anche il modo in cui usano il telefonino, altro
che se cambia!) – ci mettono un impegno e una serietà
incredibili. Non per un voto, non per un premio, ma perché gli
interessa e soprattutto perché vedono che quello che fanno
interessa anche agli adulti che sono lì con loro. La formuletta
magica che con nulla eliminerebbe la metà dei problemi della scuola,
ma probabilmente sarebbe troppo facile e comunque è un altro
discorso.
Il
video Giocooperiamo, insieme con altri girati
allo stesso modo dai ragazzi, sono un po' il punto di partenza
per di un progetto internazionale che stiamo lanciando, e
di cui presto racconteremo meglio, qui è altrove. Riprese
di bambini, con anche più telecamere o altri dispositivi e,
quando sia possibile, anche un po' di taglia e incolla, titoli,
suoni e musiche, qualche effetto speciale. Salvo casi eccezionali
però, l'edizione finale rimane affidata ad adulti, perché il
montaggio vero è una cosa difficile, che si impara soprattutto
con l'esperienza, ed è importante che il prodotto sia di qualità.
La troppa facilità dei mezzi non deve diventare un alibi – come
purtroppo molto spesso succede - per riempire il web di cose orrende
che deprimono il livello globale dell'informazione nel pianeta, ma
piuttosto l'occasione per impegnarsi anche nel nostro piccolo – che
ormai, nell'era dei social media, così piccolo non è detto
che sia! - a fare le cose per bene, collaborando ragazzi ed
adulti, che tutti hanno da guadagnarci.
Perché
anche questo succede, che il professionista anche bravo
rischia di imparare un sacco di cose. Pescando nella propria
comunque vastissima esperienza di telespettatori e giocando come
sanno, ho visto bambini e ragazzi preadolescenti – stiamo
parlando di scuola dell'obbligo – trovare a volte tagli di
inquadratura e perfino effetti di montaggio molto originali e
espressivi, che a un adulto non verrebbero in mente mai. Questo
non significa affatto che “ne sappiano più di noi”, ma che il
modo con cui un bambino si accosta alla tecnologia, così come a un
gioco di costruzioni o alla bolle di sapone, è naturalmente e
semplicemente diverso da quello dei suoi insegnanti, genitori o
nonni.
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