Il
linguaggio di programmazione LOGO
- da quanto si è visto nei due post precedenti mi auguro si intuisca
- nel confronto con
il BASIC
tradizionale è allo
stesso tempo più
digitale,
ma anche molto più
umano.
Per
arrivare a disegnare il quadrato dell'esempio, si può procedere per
passi successivi, ordinando magari inizialmente alla tartaruga di
muoversi avanti 50, dx 90 avanti 50, dx 90 avanti 50, dx 90 avanti
50. I 90 gradi degli angoli di un quadrato non cambiano, ma la
lunghezza del lato, quella ovviamente può variare, per cui viene da
sé l'introduzione di una variabile,
che si può indicare con la
«x», Così come
“istintivo” viene, in questo caso, il ricorso all'istruzione
primitiva
«ripeti», dopo aver osservato che al programma si chiede di
eseguire 4 volte la stessa operazione.
Quando in LOGO ho scritto:
per
quadrato :lato
ripeti
4 [avanti :lato destra 90]
fine
il
computer adesso ricorda la definizione di “quadrato”,
in modo che la prossima volta non dovrò ripetere le istruzioni ma
basterà scrivere il nome. Cosa utilissima, nel caso di
procedure lunghe.
Ma il “pensiero digitale” è esatto e molto pignolo.
Se infatti scrivo semplicemente “quadrato”, il vecchio LOGO MSX mi risponde: “quadrato vuole più oggetti”.
Io
so che in questo caso l'”oggetto” è uno solo e non può che
essere il lato, per cui scriverò “quadrato 40”, “quadrato 65”
e così via, ottenendo un disegno con il lato della lunghezza
indicata.
Posso anche replicare il primo programmino per ognuno dei poligoni conosciuti, per es:
per
esagono :lato
ripeti
6 [av :lato dt 60]
fine
ancora
ricordandomi a mente di immettere l'oggetto lato, oppure introdurre
una seconda variabile, “numero dei lati”, e avere così una
definizione valida per tutti i poligoni, scrivendo:
ripeti
: numero [av :lato dt 360 / :numero]
fine
Al
comando “poligono”,
stando così le cose, il computer mi chiederà più oggetti, e io mi
dovrò ricordare di scrivere la lunghezza
dei lati
e il loro numero,
le due cifre separate da uno spazio, in modo che il computer possa
calcolare l'ampiezza degli angoli per ogni singola rotazione e
disegnare in questo modo qualsiasi poligono regolare.
Ma
se io non lo sapessi che devo indicare il lato e il numero?
Ecco,
ora mi sta contagiando la natura
“digitale”
della programmazione,
comincio a cercare il pelo nell'uovo, a farmi delle domande che prima
probabilmente non mi sarei fatto!
Torno
a guardare sullo sbrigativo manuale
di quel LOGO antico se c'è un modo diretto, una istruzione
primitiva
che faccia anche specificare, nella richiesta di “più oggetti”,
come si chiamano le variabili che mancano. Non la trovo, e quindi
sarebbe da scrivere, mettendo assieme in modo congruo altre
“primitive”. E qui servirebbe
l'aiuto di un professore!
Ma, da allievo, mi sento già abbastanza contento di essere riuscito,
credo, a formulare
in modo corretto il problema...
Molte
altre versioni
di LOGO sono
state prodotte nel corso degli anni, per tutte le piattaforme
informatiche.
Su
Windows, MSW
LOGO è un programma
freeware
sviluppato presso l'università di Berkeley,
disponibile in inglese, tedesco, portoghese, giapponese (ma esistono
anche riferimenti italiano).
E' in grado di gestire il suono, il video e il multimediale
e lo si può configurare anche con interfaccia grafica. Anche se
l'ultima versione risale al 2002, sono state rilasciate riscrittura
per Vista e Win 7,
anche
a 64 bit.
Omini in fila, cristina.01 |
Micromondi
è un LOGO multimediale
studiato specificamente per
i bambini, che gira
su Windows e (nelle ultime versioni) anche su Mac, a distribuzione
commerciale, con interfaccia grafica, sviluppato in Italia da
Garamond.
StarLogo
ci riporta al mitico MIT
di Boston, dove Papert
cominciò negli anni Sessanta e con la sua tartaruga robot: «è
progettato per aiutare gli studenti (e i ricercatori) a sviluppare
nuovi modi di pensare e capire i sistemi decentralizzati. (…)
permette di controllare centinaia di tartarughe grafiche in
parallelo». Ne esiste anche la versione
TNG,
tridimensionale.
IperLogo,
ideato in Italia dai Giovanni
Toffoli e Giovanni
Lariccia, vive attualmente soprattutto attraverso i “wiki”
Iplozero
e Qqstorie,
dove gli utenti, soprattutto studenti, si scambiano e confrontano
risorse, idee, progetti, realizzazioni.
Nessun commento:
Posta un commento