giovedì 31 maggio 2012

Fare filosofia con i bambini


«Come Laboratorio filosofico sulla complessità (http://ichnos.humnet.unipi.it), sotto la direzione scientifica del Prof. Alfonso Maurizio Iacono, tra gli esperimenti mentali che proponiamo da anni nei percorsi di filosofia con i bambini, quello dell’utopia da immaginare in gruppo ha risvolti particolarmente ricchi e complessi. Il metodo è maturato con un lungo lavoro di sperimentazione che, a partire dal 2005, ha coinvolto quasi cento classi, dalle scuole dell'infanzia alle scuole medie».

Tra tante sciocchezze che di questi tempi vanno forte sui bambini e le nuove generazioni – e se alle bizzarre teorie non corrispondono le persone reali che vivono intorno a noi, sono le persone che sono sbagliate, siamo noi che siamo inadeguati, ma le bizzarre teorie comunque restano e nessuno osa seriamente discuterle! - per fortuna c'è anche ci lavora per capire, prova, si interroga, si avventura un questioni “difficili”, fino a fare filosofia con i bambini!
Luca Mori ci racconta del laboratorio di quest'anno presso la scuola primaria “Rodari” di Castellina Marittima.
Quando tanti anni fa anch'io avevo lavorato presso una scuola “Rodari”, a Brescia, realizzando un piccolo libro, ricordo che mi avevano intervistato su “Bresciaoggi” e scritto che i bambini avevano fatto onore al nome della loro scuola. Stupiscono sempre, i bambini, tutte le volte che il loro pensiero e la loro azione emergono, oltre i luoghi comuni e le frasi fatte. Se solo li osservassimo un po' di più!
«I bambini, immaginando di viaggiare verso l’isola misteriosa appena scoperta, si distribuiscono sulla nave. (…) Pensando a come ci si potrebbe sistemare nell’isola, 11 bambini vogliono vivere in case separate (ogni famiglia ha la sua), ma vicine. 3 bambini vogliono invece vivere in un palazzo con tanti appartamenti, perché in questo modo si sta insieme più facilmente. Un bambino vorrebbe un albergo in cui ogni bambino ha la sua camera e poi si hanno tanti spazi in comune.
(...) Nell’isola ci saranno la scuola, negozi, negozi di vestiti, fattorie, ristoranti, il supermercato («senza il supermercato non si può vivere», dice qualcuno), animali, parco, bar, strade, cinema, parco giochi, sala da ballo, discoteca (con dj e luci), lo zoo, la scuola. Ci saranno anche le macchine? 6 bambini le vogliono, 10 no. Si potranno fare strade asfaltate, ma si dovrà stare attenti a non inquinare.
Sull’isola non ci saranno armi (la decisione è presa e dura finché si pensa alla possibilità che
nell’isola arrivino persone sconosciute). Non ci sono armi anche perché poi può venire la
tentazione di usarle. Potrà succedere però che per mangiare gli animali bisogna ucciderli. Non tutti i bambini sono d’accordo. Qualcuno propone la regola che, per mangiare gli animali, bisogna
aspettare che siano vecchissimi».

Siamo solo all'inizio della storia, con una classe prima, e il discorso mi piace, è interessante. I bambini sono sollecitati ad andare insieme oltre gli stereotipi della loro cultura televisiva, oltre le nozioni che a scuola imparano e ripetono solo per accontentare gli adulti, e il mondo come lo conoscono non è più solo da accettare e da subire, l'unico possibile, ma se ne può parlare, ragionarci insieme anche su argomenti di solito considerati da grandi, e agire per modificarlo. E a questo punto sempre, immancabilmente – facendoci un sacco di cose da più di 30 anni, un po' i bambini forse li conosco! – arrivano le idee, tante, più o meno originali e brillanti, ma via via sempre più libere e vere, mosse non dall'idea di conquistare un premio, di stupire sparandola grossa, di impressionare l'adulto o prevalere sui coetanei – questo succede spesso all'inizio, quando si lasciano parlare i bambini - ma sempre più dal piacere stesso in sé di avere delle idee, esprimerle, condividerle e costruire tutti insieme. Piacere, ma anche sorpresa, dove la spontaneità non è data dall'assenza di regole, ma dalla sicurezza di un adulto garante che alcune poche regole, che garantiscono la partecipazione e la libertà di tutti, le fa rispettare e non transige. Il passo successivo è proprio cercare di capire loro, i bambini, quali possono essere le regole giuste per vivere bene insieme.
Così, anche se dietro il racconto di Luca Mori c'è l'accademia, la ricerca, l'università di Pisa, i suoi bambini sono veri, li riconosco!

1 commento:

  1. bel post ..l'introduzione mi ha fatto venire in mente un'attività che ho fatto ultimamente con i bambini ...sulla storia ..la storia delle cose ...hanno immaginato alcuni oggetti nel futuro ...disegnandoli e descrivendoli e tra questi c'erano la macchina e la casa ...devo dire che riflettendoci su quasi nessuno ha scritto e pensato qualcosa di originale ..anche questo andrebbe interpretato come oggi i bambini siano incanalati verso modelli predisposti ..che ci propina la televisione ...compito nostro è quello di smuovere il loro cervello pensante e aiutarli a riflettere e a pensare con la loro testa

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