Tenere
un blog indipendente è certo meno “assillante” che dover
pubblicare per contratto un certo numero di articoli al mese, ma
anche più facilmente induce alla pigrizia, quando ci sono tante
altre cose impellenti da fare e quando sai che comunque riparti con
un pubblico molto limitato.
Se
sei consapevole che a migliaia tutti i giorni ti leggono,
interloquiscono, ti danno credito, allora è facile addirittura che
tuo blog
ti spinga da solo: può succede perfino che in un momento di sbando
della politica qualcuno ti prenda per il messia e guardi ai tuoi post
come al vangelo quotidiano! Rimane, rimarrebbe comunque,
l'impegno autocritico di pensare bene a quello che si scrive e
di rispettare, per principio, le opinioni altrui. Il che ovviamente
non esclude polemiche anche forti con chi nel mondo e in rete agisce
con pratiche e idee che fanno male. In questo caso ai bambini.
A volte non bastano le doti mimetiche per passare inosservati! |
Perché
l'impegno educativo e civile oggi è più che mai importante,
e tutti siamo chiamati – se non vogliamo continuare solo a
lamentarci per un mondo che va sempre più al contrario - a fare
la nostra parte, cercando di spostare qualcosa nella direzione in
cui crediamo, o almeno provandoci.
Proprio
ieri è venuto a mancare Riccardo
Rivarola, che anche per chi non lo ha conosciuto di persona è
stato in questi anni in rete, se si parlava di educazione, di scuola,
delle diverse tematiche relative alle nuove generazioni alle prese
con il mondo di oggi, una delle presenze più assidue,
coerenti, intelligenti, un punto fermo che comunque ritrovavi. E tutti
anche per questo ne sentiremo tanto la mancanza.
Ma
ancora ieri, in quella assurda mattanza che si sta consumando appena
un po' più in là, dall'altra parte del Mediterraneo, decine di
bambini sono stati massacrati
nei bombardamenti dell'esercito siriano, che così risponde al
desiderio di cambiamento e di democrazia del suo stesso popolo.
Barbarie assoluta, che a me personalmente rende difficile
anche mettermi lì a scrivere, perché chi sono io e che
titolo ho per disquisire e divagare sul dolore e le tragedie altrui?
Una
settimana fa a Brindisi per la prima volta il terrorismo – qualunque
sia la sua origine o colore, personale, “politico”, comunque
delirante e inumano – ha
colpito direttamente una scuola. E nel sottolineare questa atroce
novità, per l'Italia, non posso fare a meno di pensare ad altri
contesti, come gli Stati Uniti, in cui invece le stragi
nelle scuole, con altre modalità, sono invece una cosa “normale”
e ricorrente.
Senza
tregua! Da un altro di quei paesi del nord in cui, a parte il
freddo, tutti pensiamo che si viva in una specie di paradiso, due
ragazzi sono stati uccisi sempre ieri in Finlandia da un
coetaneo che sparava a casaccio sulla folla...
Se
il blog comunque significa non restare solo a guardare... che blog
sia!
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