mercoledì 2 gennaio 2019

La tecnologia e la nuova generazione di cittadini attivi, capitolo 2


Quando la tecnologia diventa popolare: una produzione multimediale e condivisa per la società dell’informazione

Qui il terzo dei sette articoletti che sintetizzare il libro Technology and the New Generation of Active Citizens, pubblicato a gennaio 2018. Sarò sinceramente grato a tutti coloro che mi scriveranno commenti, critiche, pareri
Questo è l’abstract” del secondo capitolo:

«La storia della tecnologia di massa inizia negli anni '70 del secolo scorso, quando computer e dispositivi video diventano "personali" e iniziano a diffondersi nelle case. Non è solo una questione di produzione industriale e di mercato, dato che molte "Invenzioni" provengono dalla base, da gente comune, giovani studenti, comunità culturali, a volte guidando l'innovazione oltre e persino contro i piani delle grandi aziende.
Conoscere la storia è un modo per essere consapevoli che tutti noi, possibilmente insieme, possiamo fare molto di più di quello che generalmente pensiamo, e anche che la "tecnologia" non è una lista infinita di possibilità sempre più a nostra disposizione ma, se non partecipiamo attivamente con il nostro apporto e le nostre scelte, c'è il rischio tangibile, nel turbinio commerciale, di sprecarne una grande parte».

C’è un lato oscuro nella “Forza” tecnologica, ma non è quel potere quasi assoluto che la fantascienza del primo dopoguerra attribuiva a un onnipotente e immanente Grande Fratello, prodotto quasi inevitabile di quello sviluppo centralizzato e autoritario che solo si poteva immaginare allora, data la tecnologia dell’epoca, e che noi oggi contro ogni evidenza razionale proiettiamo sulle nuove multinazionali del web, che invece proprio noi nel giro di pochissimo tempo abbiamo creato e che allo stesso modo nel giro di pochissimo tempo potremmo anche abbattere. Il lato oscuro, in contesto di puro consumo, senza una adeguata educazione, è quella sovrabbondanza di mezzi che alla fine ci rende impotenti, ben definita da Ivan Illich nel lontano 1978 con il concetto di “moderne povertà”, che meglio di tante analisi attuali coglie uno dei problemi nodali della nostra epoca.

La potenziale rivoluzione degli anni Settanta e Ottanta è invece tendenzialmente molto più democratica, perché mette a disposizione di tutti i due pilastri della società dell’informazione, la TV e gli elaboratori elettronici, che fino allora erano accessibili solo ai grandi poteri. L’apparizione all’orizzonte dei “videotape e dei personal computer fanno sognare i protagonisti di movimenti (gli studenti, gli operai, le donne) che, però, di fatto si esauriscono prima che i mezzi stessi siano effettivamente a disposizione sufficientemente facili ed efficienti. Così, i primi pc multimediali e i camcorder di fine anni Ottanta non incontrano più utenti militanti, ma solo consumatori.
Linguaggi di programmazione forniti con i computer, come il BASIC, o facilmente a disposizione anche di non esperti (come il LOGO, adatto ai bambini) propongono modelli di pensiero “digitale” con cui ora tutti gli umani si possono misurare, mentre anche a livello di industria e di produzione si verificano situazioni assolutamente straordinarie, fino allora, su cui pochissimo finora si è riflettuto. Nel giro di pochi anni, l’IBM, che deteneva il 70% del mercato informatico mondiale, è costretta a cambiare le sue strategie e a produrre personal computer, per tenere dietro a una innovazione nata nei garage (sostanzialmente si può dire fu così anche se, oltre il mito romantico, non vanno disconosciuti il contesto generale e il ruolo dell’industria, di aziende come Olivetti, Xerox e ovviamente Intel). Negli anni Novanta, un monopolio ancora più potente, quello di Microsoft, dovrà cambiare completamente i propri piani per adeguarsi all’invenzione, avvenuta in ambito scientifico e accademico (quindi, non a scopo di lucro), del Web!


continua...

1 commento:

  1. c'è un bellisimo film aderente alla realtà che racconta gli "inizi" dei garages californiani che mette in luce molti aspetti di business che hanno guidato la difgusione della tecnologia sui tavoli di ufficio e di casa
    qui un link
    https://it.m.wikipedia.org/wiki/I_pirati_di_Silicon_Valley

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