domenica 15 luglio 2012

I nonni videogiochi dipendenti: il futuro digitale che abbiamo inventato, 2


Non so voi, ma io il livello 6-11 di Angry Birds lo trovo assolutamente micidiale. Non ne vengo fuori! Ho anche collegato il telefonino a un monitor esterno per vedere di capirne forse di più, ma non c'è niente da fare: i 3 scanzonati uccellini demolitori non trovano le traiettorie giuste. Non ci posso perdere la mia intera vita!
Konami Hyper Olympic, 1984
Cresciuto con i giochi olimpici della Konami, quello che dovevi agitare il joystick come un forsennato per vincere la gara dei 100 metri o di salto in alto, ancora nei primi anni Novanta mi ricordo che la curiosità di vedere cosa c'era oltre, nei giochi d'avventura 2D di allora, era nettamente superiore al desiderio di misurare la mia abilità. Ed allora era caccia sulle riviste, in attesa di una rete che ancora non c'era, alle combinazioni di tasti e ai codici segreti.
Il mio bambino più grande barava clamorosamente su una variante di Tetris, avendolo impostato a una facilità tale che poteva andare avanti tranquillamente per ore. Il più piccolo, a 5 anni aveva scoperto un modo di mettere il giochino in pausa, e poi con il corpo mimava le diverse posizioni dei personaggi.
Quanto tempo di vita tanti di noi hanno perso sui videogiochi, per arrivare a 50 anni a sentirsi classificare da una sociologia superficiale e approssimativa come dei “tagliati fuori” dal cosiddetto mondo digitale!
The Treasure of Usas, 1987
Vecchia scuola evidentemente, io solo con la mia macchina (computer “personale”, cribbio!), non mi hanno mai attirato più di tanto i giochi on line. Devo aver provato una volta sola per 20 minuti Farmville, dopo di che mi sono chiesto: “Ma perché mai ci dovrei giocare?”. E in seguito – come molti del resto – ho seriamente minacciato di cancellare quegli amici che su Facebook, nonostante i miei rifiuti, continuavano a tampinarmi. E alcuni sono anche più stagionati di me!
Le mie dita non si sono mai abituate al gameypad, e del resto non ho mai nemmeno giocato a Doom, i cui eredi vedo tuttora imperversare sulla PlayStation del mio bimbo piccolo, ormai decisamente cresciuto. Da sempre attirato dai giochi sportivi, ho provato un'amore a prima vista per la Wii, la prima console che si comandava con il corpo: geniale!
Non sopporto quegli attempati, spesso e volentieri professori, che dicono: “Io non ci capisco niente, ma i ragazzi...” e poi ti danno lezioni sul mondo. “Se non ci capisci niente, allora sta' zitto, e lascia parlare quelli della tua generazione – non sono pochi – che invece ci capiscono qualcosa!”
A proposito, botta di fortuna: ho superato il livello 6-11 di Angry Birds!

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1 commento:

  1. Non sopporto quegli attempati, spesso e volentieri professori, che dicono: “Io non ci capisco niente, ma i ragazzi...” e poi ti danno lezioni sul mondo. “Se non ci capisci niente, allora sta' zitto, e lascia parlare quelli della tua generazione – non sono pochi – che invece ci capiscono qualcosa!”
    Come non condividere? E il dramma è che spesso questi che dicono "non ci capisco niente" sono quelli che decidono in tema di tecnologia (parlo della scuola, ma non solo)
    Grazie per i tuoi contributi, me li sto leggendo tutti con calma!

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