«Come
Laboratorio filosofico sulla
complessità
(http://ichnos.humnet.unipi.it),
sotto la direzione scientifica del Prof. Alfonso Maurizio Iacono, tra
gli esperimenti mentali che proponiamo da anni nei percorsi di
filosofia con i bambini, quello dell’utopia
da immaginare in gruppo ha risvolti
particolarmente ricchi e complessi. Il metodo è maturato con un
lungo
lavoro di sperimentazione che,
a partire dal 2005,
ha coinvolto quasi cento classi,
dalle scuole dell'infanzia alle scuole medie».
Tra
tante sciocchezze che di questi tempi vanno forte sui bambini e
le nuove generazioni – e se alle bizzarre teorie non corrispondono
le persone reali che vivono intorno a noi, sono le persone che sono
sbagliate, siamo noi che siamo inadeguati, ma le bizzarre teorie
comunque restano e nessuno osa seriamente discuterle! - per
fortuna c'è anche ci lavora per capire, prova, si interroga, si
avventura un questioni “difficili”, fino a fare filosofia
con i bambini!
Luca
Mori ci racconta del laboratorio
di quest'anno presso la scuola primaria “Rodari” di Castellina
Marittima.
Quando
tanti anni fa anch'io avevo
lavorato presso una scuola “Rodari”, a Brescia, realizzando
un piccolo libro, ricordo che mi avevano intervistato su
“Bresciaoggi”
e scritto che i bambini avevano fatto onore al nome della loro
scuola. Stupiscono sempre, i bambini, tutte le volte che il
loro pensiero e la loro azione emergono, oltre i luoghi comuni e le
frasi fatte. Se solo li osservassimo un po' di più!
«I
bambini, immaginando di viaggiare verso l’isola misteriosa
appena scoperta, si distribuiscono sulla
nave. (…) Pensando a come ci si
potrebbe sistemare nell’isola, 11 bambini vogliono vivere in case
separate (ogni famiglia ha la sua), ma vicine. 3 bambini
vogliono invece vivere in un palazzo con tanti appartamenti, perché
in questo modo si sta insieme più facilmente. Un bambino vorrebbe un
albergo in cui ogni bambino ha la sua camera e poi si hanno tanti
spazi in comune.
(...)
Nell’isola ci saranno la scuola, negozi, negozi di vestiti,
fattorie, ristoranti, il supermercato («senza il supermercato non si
può vivere», dice qualcuno), animali, parco, bar, strade, cinema,
parco giochi, sala da ballo, discoteca (con dj e luci), lo zoo, la
scuola. Ci saranno anche le macchine? 6 bambini le vogliono,
10 no. Si potranno fare strade asfaltate, ma si dovrà stare attenti
a non inquinare.
Sull’isola
non ci saranno armi (la decisione è presa e dura finché si
pensa alla possibilità che
nell’isola
arrivino persone sconosciute). Non ci sono armi anche perché poi può
venire la
tentazione
di usarle. Potrà succedere però che per mangiare gli animali
bisogna ucciderli. Non tutti i bambini sono d’accordo. Qualcuno
propone la regola che, per mangiare gli animali, bisogna
aspettare
che siano vecchissimi».
Siamo
solo all'inizio della storia, con una classe prima, e il
discorso mi piace, è interessante. I bambini sono sollecitati ad
andare insieme oltre
gli stereotipi della loro cultura televisiva, oltre le
nozioni che a scuola imparano e ripetono solo per accontentare gli adulti, e il mondo come lo conoscono non è più solo da
accettare e da subire, l'unico possibile, ma se ne può parlare,
ragionarci insieme anche su argomenti di solito considerati da
grandi, e agire per modificarlo. E a questo punto sempre, immancabilmente –
facendoci un sacco di cose da più di 30 anni, un po' i bambini forse
li conosco! – arrivano le idee, tante, più o meno originali
e brillanti, ma via via sempre più libere e vere, mosse non
dall'idea di conquistare un premio, di stupire sparandola grossa, di
impressionare l'adulto o prevalere sui coetanei – questo succede
spesso all'inizio, quando si lasciano parlare i bambini - ma sempre
più dal piacere stesso in sé di avere delle idee,
esprimerle, condividerle
e costruire tutti insieme. Piacere, ma anche sorpresa, dove la
spontaneità non è data dall'assenza di regole, ma dalla
sicurezza di un adulto
garante che alcune poche regole, che garantiscono la
partecipazione e la libertà di tutti, le fa rispettare e non
transige. Il passo successivo è proprio cercare di capire loro,
i bambini, quali possono essere le regole giuste per vivere bene insieme.
Così, anche se dietro il racconto di Luca Mori c'è l'accademia, la ricerca, l'università di Pisa, i suoi bambini sono veri, li
riconosco!