venerdì 20 aprile 2012

Quando i bambini stupiscono


Il mese scorso, arrivo in una classe prima elementare, che devo portare fuori in giardino in cerca di insetti. Non ho fatto ancora in tempo a entrare, che un bambino mi chiede: «Tu che sai cosa sono i pirrocoridi
E in una una prima media, dove invece dovevamo girare un video, eravamo rimasti tutti ad ascoltare un ragazzino che ci parlava della sua passione per il cinema, dei suoi registi preferiti, e di come montava i video con effetti speciali usando un software professionale crackato scaricato da internet.


Quando i bambini fanno così, specialmente se tu adulto non sai molto di insetti o di video, d'istinto ci rimani male. E se non conosci bene i bambini, ti viene anche da generalizzare, da pensare che tutti siano così! Ma se cominciamo a pensare per luoghi comuni, per stereotipi, allora è il momento che perdiamo di vista le persone reali.
In realtà, i bambini “più bravi dei grandi” sono davvero molto rari. Anche se a volte ne incontri –
razza purtroppo in espansione a causa di un mondo adulto che li incoraggia – alcuni che si danno arie di sapere tutto. Presuntuosi e patetici, hanno in testa quattro cose e già credono che il mondo sia tutto lì: ormai quasi persi come bambini, aspiranti tronfi simulacri della società dell'apparire. Se qualcuno non li aiuta a recuperare la loro infanzia!

L'atteggiamento più frequente (e più normale!), anche del bambino che ha sviluppato competenze rare e precise in campi che stupiscono l'interlocutore adulto, è da una parte far vedere quello che sa (che è di più della media degli altri e merita attenzione), e dall'altra aspettarsi comunque che qualcuno lo corregga e lo aiuti a migliorare i punti deboli di cui – se appassionato di conoscenza e non solo di se stesso – è perfettamente consapevole.
Nel caso specifico, io ne sapevo abbastanza di insetti e di video da tenere facilmente testa ai due “genietti” di turno. Ma anche per chi – adulto educatore, insegnante – di quella cosa non se sappia, l'incontro tra gli umani è sempre – dovrebbe, potrebbe essere - uno scambio di conoscenze, e tutti siamo un po' a insegnare, un po' a imparare, ed è questo il bello. Non è una gara tra detentori di sapere, e non c'è un sapere “alla moda” che valga di più!
Quando si sta con gli altri per incontrarli e non per dimostrare qualcosa, è anche molto più rilassante, piacevole, e aiuta le persone a crescere e a sentirsi meglio.

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