Non
sappiamo ancora come
andrà a finire
questa volta la solita storia assurda del Trentino in cui, dopo aver
favorito il ripopolamento degli orsi
credendo forse che si trattasse di pelouche
o cartoni animati, tutte le volte che un umano fa il cretino e un
animale grosso e forte giustamente si rivolta, politici
e amministratori vogliono
ammazzare l’orso!
(boh, non è che se un pedone attraversa la strada mentre passa un
camion a ci finisce sotto,
poi radono al suolo la fabbrica Iveco!)
Non
sappiamo come
andrà a finire,
ma basterebbe una
ricerca in rete dal telefonino,
scrivendo per esempio “orso Trentino”, e subito avremmo le ultime
notizie in tempo reale, da giornali, agenzie di stampa, web TV e
molto altro. Troppo facile?
Succede
invece che qualcuno ripiglia
e
ripubblica
la
tragica, pessima notizia di qualche anno fa, e per tutto il popolo di
facebook ecco
l'orsa femmina, madre di due cuccioli, è stata abbattuta! Non leggono della presa di posizione in suo favore del ministro dell'ambiente che ha forse creato un importante conflitto istituzionale con le autorità regionali, non leggono delle petizioni per salvarla, del sondaggio on line che, per quel che vale, è a favore dell'orsa al 99%. Qualcuno ha scritto su Facebook che l'orsa è morta (vero, ma era un'altra orsa, 3 anni fa!) e quindi è subito rabbia,
sdegno, indignazione,
senso
di impotenza!
Tutti
a grondare lacrime sulle tastiere (noi e la nostra cerchia, che non è
come piangere da soli!) e a nessuno
passa per la testa di
controllare se
sia vero.
a public domain JPG image |
Questo
sarebbe
l’unico, semplicissimo
antidoto contro le fake
news!
Controllare! Non serve che qualcuno ti insegni a difenderti, o ti
dica quali sono le fonti attendibili e quali no, non serve una
cultura mostruosa e nemmeno essere particolarmente intelligenti. Con
una banalissima ricerca
incrociata,
attraverso
cui le persone semplicemente verifichino le notizie prima di
rilanciarle, in
un ambiente come la rete eventuali fake
si smonterebbero da sole
in pochissimo tempo.
Si
comincia magari con cose
facili e
politicamente neutre. Come quando devo
riconoscere
un insetto o un albero,
e
banalmente
cerco immagini in rete con un numero alto di corrispondenze. Perché
può essere che qualcuno abbia sbagliato informazione, oppure che il
motore di ricerca associ il nome a una figura vicina. Quando le
corrispondenze sono tante, quando la fonte
appare seria e attendibile (per esempio un sito scientifico
universitario
piuttosto che
la collezione di fotografie di Pinco Pallo), il tasso di errore si
abbassa in maniera determinante.
E
questo si
può incominciare a fare fin da bambini,
a scuola, non costa niente, non richiede investimenti né esperti di
comunicazione o di coding.
Ma è una di quelle basi senza le quali la nostra società,
parcellizzata, globalizzata, in perenne overdose
d’informazione,
rischia seriamente di scoppiare.
Imparare
a fare una verifica in rete,
magari in gruppo, è anche un modo – ancora, troppo facile? - per
riprenderci
il senso della realtà
e un poco di controllo
della nostra vita,
contro le opposte visioni apocalittiche che tanto male fanno alla
salute mentale delle persone, in particolare in questi tempi di
pandemia.
Non
farlo, non porsi il problema di farlo, credere che tutto il “potere”
stia inevitabilmente nella mani di Google, Apple, Facebook, Microsoft
e via dicendo (e intanto farci
male l’un l’altro nelle reti sociali, crescendo nella
convinzione insana di non contare nulla!) davvero è pericolosissimo,
soprattutto nel momento in cui
persone
come
noi insicure,
ignoranti e abituate a
muoversi
in questo modo sciatto e approssimativo, vengono
poi
da noi messe (ahi, la “democrazia”!) in
posizione di responsabilità politica,
nazionale e internazionale. E
quello che può capitare è davvero sotto gli occhi di tutti. Al
punto che, per non vederlo, tantissimi ormai soltanto guardano nello
specchio dei propri luoghi comuni e convinzioni.
E
speriamo che, in questa situazione assurda, almeno questa volta
riusciamo a salvare l’orsa!
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