Prima di tornare nell’agone educativo,
pedagogico e mediatico del nuovo anno scolastico (che si svolge a cavallo dei
due anni solari, se qualcuno avesse informato la ministra Fornero!), sto ripassando
un po’ di teoria.
Viviamo nel paradosso che, dopo decenni
di studi di ad altissimo livello sull’età evolutiva, l’apprendimento,
la conoscenza, comprovati da innumerevoli esperienze, quando si fa una
“riforma della scuola”, non solo in Italia, (sono curioso comunque di vedere adesso,
sperando di aver capito male certe “scoperte” ministeriali delle scorse
settimane, che cosa si inventerà il governo Renzi!), i politici di turno
regolarmente sembrano applicare per lo più criteri che si rifanno a un trito
e tradizionale senso comune (come quel noto “costituzionalista” che si
preoccupava di ciò che gli insegnanti comunisti inculcano nei
nostri poveri bambini!). Al punto che il libro collettivo a cui ho
partecipato l’altr’anno in America con “La
Scuola che Funziona”, a sottolineare la marginalità
delle posizioni scientificamente informate in campo educativo, faceva parte
di un progetto chiamato “Gocce nel mare”!
Leggere, documentarsi dunque, ripensare, se
possibile…
In un ebook dal titolo evocativo, A scuola con il Tetris, di Edyta Slomka , trovo una sintesi semplice ma efficace del perché il personal computer
potrebbe rappresentare una novità rivoluzionaria nel panorama educativo.
Non si parte una volta tanto dalla confusione oggi imperante tra tecnologia e
mercato, ma più seriamente dai modi in cui l’essere umano impara le cose. In
pratica, nella tradizionale dicotomia tra l’apprendimento senso motorio
(proprio del bambino piccolo, ma tipico per es. anche della bottega artigiana, che
si svolge nella vita reale, immediato, permanente, ma limitato all’esperienza
personale diretta) e l’apprendimento simbolico ricostruttivo (come a
scuola, o attraverso la lettura e i media, potenzialmente vastissimo, ma
difficile da memorizzare e ordinare, perché si svolge principalmente nella
mente), il personal
computer, con le sue capacità di simulazione e risposta interattiva, stabilisce
un possibile collegamento. Le due
forme di apprendimento cioè, attraverso un uso attivo e consapevole della
macchine digitali di oggi (nelle loro varie manifestazioni, inclusi i videogiochi)
possono realizzarsi insieme, spalancando orizzonti prima impensabili
alla conoscenza, alla sua condivisione, alla riflessione collettiva su come
si conosce.
Osserva l’autrice: «Con il computer si apre per la prima volta la
strada per poter integrare la percezione e l’azione». «Il computer diviene
una potente macchina metacognitiva che consente al bambino di riflettere e conoscere i suoi processi mentali e le strategie più adeguate a
ciascuno».
Cosa non da poco, in un momento storico e
culturale in cui, in presenza di un sapere che si rinnova a una velocità
vorticosa, “imparare
a imparare” diventa una condizione essenziale di alfabetizzazione,
nella società dell’informazione e della conoscenza.
Certo, macchine che in modo così esplicito
propongono il passaggio da un sistema educativo basato tuttora
principalmente sulla trasmissione di contenuti a un altro che fa perno sulla metacognizione,
mettono anche paura. E forse varrebbe la pena di domandarsi come mai nella
scuola, dopo decenni in cui i personal computer sono stati ammessi con
grande fatica, per lo più segregati in luoghi in cui non potessero fare
danni, come le aule informatiche, a un certo punto, anche tra molti
refrattari tecnologici, siano sorti tanti cori entusiasti
all’apparire di LIM e tablet, a
cantare unanimi l’indispensabile “digitalizzazione”. Forse perché finalmente molti
vi riconoscevano, rivisitati ed elettronici ma comunque ancora presenti e
rassicuranti, il libro e la lavagna?
Come a dire che allora in fondo, si tratta soltanto
di imparare un nuovo modo e aggiornato di fare lezione!
photo credit: <a href="https://www.flickr.com/photos/neilvagechen/1047124112/">ne!l chen</a> via <a href="http://photopin.com">photopin</a> <a href="http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.0/">cc</a>
photo credit: <a href="https://www.flickr.com/photos/neilvagechen/1047124112/">ne!l chen</a> via <a href="http://photopin.com">photopin</a> <a href="http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.0/">cc</a>
Nessun commento:
Posta un commento