Forse ho capito dove sbaglio!
Da anni, faccio vedere video
in cui bambini, senza alcuna preparazione preliminare, o
“fanno la regia” di riprese
naturalistiche di discreto livello, per esempio degli insetti
nel cortile della scuola, oppure in prima persona, dietro la macchina
da presa (video o fotocamera, telefonino), realizzano
riprese qualitativamente
ineccepibili, tutt’altro da quelle cose penose a cui
molti, anche nella scuola, si rassegnano come se fosse un destino
ineluttabile, per tutti noi che non siamo “professionisti”!
Cioè, come dire: lo vedete che,
anche senza aver fatto nessun corso di cinema o televisione, solo
seguendo tre regole semplicissime, chiunque può da subito
realizzare riprese video perfette?
Che poi qualcuno ovviamente
dovrebbe montare per benino - il video
è comunque per sua “natura” una produzione
a diversi livelli, collettiva,
che richiede di mettere partecipazione e abilità diverse! - ma
tutti dovrebbero vederlo, perché l’esempio è lì, chiaro,
evidente. E infatti quando propongo questi video ai bambini nei miei
laboratori, poi non
c’è quasi bisogno di ulteriori spiegazioni, e si mettono a
lavorare in modo corretto…
Laboratorio "I film in tasca", biblioteca di Calenzano, Luglio Bambino 2019 |
Gli insegnanti e gli
adulti invece no, generalmente non vedono! Se non gli spieghi per
bene tutta la faccenda, non gli dici o scrivi a parole. Guardano i
video, ma spesso non capiscono, non colgono. E d’altra parte
viviamo in un con contesto in cui, nello splendore del 4K, è normale
che le persone non si rendano nemmeno conto per esempio quanto stanno
vedendo immagini nel formato sbagliato. Cioè: ci appaiono normali
giocatori di basket bassi e tracagnotti, auto che sembrano
schiacciatine, oppure persone filiformi come gli alieni di Incontri
Ravvicinati. È normale,
nel tripudio di “tecnologia”
in cui viviamo immersi,
non
credere più ai propri occhi,
perché quello che facciamo
evidentemente non è guardare immagini di
alta qualità (per cui, se la trasmissione per qualche ragione è
sbagliata, si cerca
magari se c’è un
pulsantino che quella qualità
permette di ripristinare), ma è piuttosto
consumare
l’oggetto tecnologico,
secondo modalità che – con buona pace di chi crede che il mondo
stia velocissimamente “cambiando” - sono state ben descritte già
negli anni Sessanta del secolo scorso: il
medium è il messaggio!
Forse è per questo che, con
tutte le cose eccellenti, gli esempi di buone pratiche, i tutorial,
le macchine e il software potentissimi che abbiamo in mano, il
livello medio della comunicazione nella scuola e nella società
non progredisce (non mirabilia multimediali o realtà
virtuali dettano le sorti del mondo, ma brevi testi rozzi e
sgrammaticati pubblicati su facebook e twitter!), e nei decenni siamo
sempre meno capaci di organizzare in modo autonomo
le nostra produzioni. Per ricordarci che cosa potremmo fare con
la “tecnologia”, occorre che venga di moda sui “social” una
app che ti invecchia
o ringiovanisce la faccia!
Laboratorio "I film in tasca", biblioteca di Calenzano, Luglio Bambino 2019 |
Come
mai questi esempi di
bambini che lavorano benissimo, collaborano, apprendono, producono,
senza traccia deficit d’attenzione o bullismo,
non attirano più di tanto l’attenzione dell’insegnante medio, lo
stesso che è invece assiduo ai corsi, ai
webinar, ai
tutorial sulle tecnologie didattiche? Perché così
pochi intervengono,
commentano, lasciano le loro considerazioni sul blog (dove magari,
insieme con l’articolo, rimangono, mentre sui social network tutto
si perde in un marasma indistinto)? Non è che non ti hanno visto,
perché poi basta pubblicare un piccolo post che ironizza su certi
strumenti meravigliosi on line, che
i soliti tre
colossi del web
offrono “gratis” e noi li facciamo sempre più ricchi e potenti,
che
subito ti
arrivano
risposte piccate e quasi offese!
Proverò
a pubblicare adesso i nuovi video
con dovizia di scritte esplicative,
secondo la migliore tradizione dei documentari divulgativi in cui,
quando si vede per esempio una fontana, ci deve essere anche una voce
fuori campo che con dizione impeccabile dice: “Questa è una
fontana!”
E
ancora aspetto ingenuamente che qualcuno mi risponda qui nel blog,
magari dicendomi che quello che faccio è inutile, che sto sbagliando
tutto. Però,
come già sottolineavo in un mio breve scritto sul Museo
Virtuale dei Piccoli Animali,
la certezza
epistemologica
di un approccio educativo non mi viene
da dotte citazioni, dal plauso dei colleghi, o dal seguire le mode,
ma dalle risposte,
regolari, ricorrenti, entusiaste, colte sul momento e perciò
sincere, di bambini e ragazzi, e
ampiamente
documentate
negli anni in
audio e video:
le loro voci, espressioni, atteggiamenti, che magari sono più vicine
alla realtà di
certi
numerini
e grafici su anonime tabelle, con
cui ancora, nell’era “digitale” tanti pretendono di capire,
spiegare, incasellare le cose degli umani.
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