Sto
leggendo in questi giorni L'Ombra
del Vento di Jorge Ruiz Zafon. Chiunque nella sua vita abbia
mai tentato la “carriera dello scrittore”, penso che facilmente
tenderà a identificarsi un po' nel personaggio di Julian Carax, i
suoi romanzi bellissimi, non venduti, introvabili, possibilmente
da distruggere, e si immaginerà forse un suo personale Cimitero dei Libri Dimenticati!
Per quanto mi riguarda,
a parte cose in ballo da tempo che forse una volta di più non
balleranno e il mio scarso feeling con gli editori in
generale, continuo a pensare di essere tutto sommato bravino e ho
scritti per me importanti che sono lì da anni fermi, o da finire. E
l'idea è di darmi finalmente una mossa perché, se fino a ieri per
gli scrittori in pectore l'unica alternativa era pubblicare (e
praticamente anche distribuire) a proprie spese, il bello di oggi è
che, in mancanza di un editore che si assuma l'onere della stampa,
chiunque
può farsi un libro on line, gratuitamente, e poi
eventualmente anche stamparlo “on demand”, per sé o per altri. E
la platea, tra la rete e i social network, può essere infinita.
Chissà
come mai a proposito, di questi aspetti davvero rivoluzionari
dell'epoca digitale si parla così poco, mentre tanti sono sempre
lì a spendere parole e sproloqui sul fatto di poter guardare i film
nel telefonino!
Comunque,
l'altro giorno emergono dalle pieghe di Facebook alcuni
messaggi che chissà perché per leggerli devi
prima autorizzarli, forse perché di non amici, di non ancora
amici o chissà che altro. Strano, perché a volte si ricevono
direttamente messaggi che subito “puzzano”, tanto è vero che
di li a poche ore i loro autori sono cancellati e irraggiungibili,
boh?
Tra
questi messaggi recuperati, uno fa riferimento all'unico libro di
“letteratura” che finora, nella mia pur non breve vita, ho
pubblicato, ormai tanti anni fa. Ho risposto così con mesi
di ritardo, chiedendo scusa, alla ragazza che me lo aveva
mandato (nel frattempo eravamo anche diventati “amici” su
Facebook, di solito chiedo prima di accettare una richiesta, oppure
mi baso sulle amicizie comuni, ma in questo caso, in un modo o
nell'altro, evidentemente non avevamo comunicato).
Leggo
ed è bello, e qui allora condivido:
«Sono
stata a Roma oggi... Mi sono imbattuta in una piccola e antica
libreria per bambini dove ho trovato e comprato (chissà perché
proprio questo... Intuito!) un libricino "storie
di parole e di bambini". Di solito questi libri li compro
per me...
Finalmente a letto, seppur stanca, ho deciso di leggere la prima storia. Ho pianto.
Volevo dirle grazie. Mi commuove anche l'idea che questo libricino abbia circa la mia età.
Grazie per quello che ha fatto e continua a fare con i bambini e ragazzi.
Buon lavoro! L'abbraccio».
Finalmente a letto, seppur stanca, ho deciso di leggere la prima storia. Ho pianto.
Volevo dirle grazie. Mi commuove anche l'idea che questo libricino abbia circa la mia età.
Grazie per quello che ha fatto e continua a fare con i bambini e ragazzi.
Buon lavoro! L'abbraccio».
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