lunedì 29 agosto 2016

Bambini e Video

Ho steso questa piccola sintesi, premessa ad una serie di attività che si si stanno andando a definire. Tocca un aspetto dell'educazione che - ditemelo se sbaglio - di questi tempi a me sembra colpevolmente sottovalutato.

La nostra è la società dell'immagine e viviamo in tempi in cui tutti - non solo i professionisti, ma anche i bambini - producono una grande quantità di immagini, avendo a disposizione strumenti potenti ed economici.
Brescia, II classe primaria, 2001
Di regola però nessuno educa nessuno alla produzione di immagini, e i risultati si vedono. La qualità media delle fotografie e dei video pubblicate in rete è molto bassa, la spazzatura (immagini che dopo averle prodotte in abbondanza i loro autori non solo non selezionano ed elaborano, ma nemmeno guardano) sta rendendo il cloud una discarica virtuale planetaria, l'apprendimento del linguaggio principale parlato dall'intero pianeta è lasciato al caso e, al momento buono, quando occorre capire qualcosa del mondo o informarsi per votare alle elezioni o a un referendum, la stragrande maggioranza dei cittadini consumatori di fatto crede ancora alla televisione.

I bambini non sono affatto immuni dalle suggestioni consumistiche e omologanti del mercato, ma per istinto hanno la capacità di giocare. Messi nelle condizioni di farlo, potendo contare sul gruppo dei pari e sull'attenzione degli adulti, sono facilmente in grado di usare le macchine e il software per produrre immagini in modo non convenzionale, come estensioni dei propri sensi e del pensiero, per conoscere meglio la realtà e per esprimere il loro punto di vista, in modi anche originali e inaspettati.
L'osservazione dei piccoli animali nel cortile della scuola, le invenzioni durante le attività di animazione teatrale, il gioco con gli “effetti speciali” incorporati nei mezzi, possono offrire esempi audiovisivi di grande rilevanza, che indicano come alla sovrabbondanza, alla ridondanza e al rumore che mettono in difficoltà la maggioranza dei cittadini della società dell'informazione non solo esistono alternative, ma sono immediatamente praticabili, come le sanno praticare i bambini anche molto piccoli.
Ovviamente, non ci riferiamo alle banalità, agli stereotipi, alle favole del “digitale”, ma a quello che fanno i bambini veri in situazioni vere, su cui l'uso appropriato e intelligente proprio dei mezzi audiovisivi può produrre una informazione adeguata, oltre le chiacchiere paralizzanti che - parole e sempre solo a parole - stanno bruciando per sempre gran parte delle opportunità che pure lo sviluppo della tecnologia offrirebbe ai cittadini del pianeta.


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