Riprendo a pubblicare in questo blog,
dopo un lungo silenzio.
Non so se si possa ancora dire, come si usava
un tempo, che il silenzio è d’oro. Certo credo sia più dignitoso che non
riempire la rete di tweet quando magari non si ha niente da dire, o peggio
si riescono solo a scrivere sciocchezze e banalità.
Momento, tanto per cambiare, difficile per la scuola
italiana (buona, non buona, chi lo sa?), ma finalmente, oltre alle solite manovre
dall’alto e alle frasi fatte, nell’uno o nell’altro senso, qualche discorso trasversale
e non scontato sembra incominci a circolare, e forse anche una nuova
consapevolezza che, nella scuola come in generale nella vita e nella società,
senza la partecipazione diretta e la capacità di mettersi in gioco da parte di
ognuno di noi, è abbastanza inutile poi parlare del presente e del futuro, e
lamentarsi delle cose che non vanno, come se noi non ne avessimo per
definizione alcuna responsabilità.
Sto anche cercando di costruire qualcosa che
credo importante, per il lavoro di un gruppo di persone (che si potrebbe
però allargare all’infinito!) e per uno spazio in rete che possa
funzionare davvero come luogo di condivisione e di scambio, e non solo come
incrocio spesso frustrante di individualità (o gruppi sostanzialmente chiusi) tra
loro incomunicanti. Difficilissimo! Sembra che abbiamo interiorizzato dentro
ognuno di noi un individualismo profondo e distruttivo, una diffidenza
congenita verso il prossimo che ci impedisce di esprimere la forza enorme
che potremmo avere se solo sapessimo fare anche poche cose insieme, e ci lascia
nudi e indifesi in balia dei padroni del mondo, degli squali della finanza, dei
monopoli globali dell’informazione e dell’alimentazione.
Sono uscito un paio di volte nei giorni scorsi
sulla collina vicino a casa, su per una valle ancora brulla, e ho fotografato
i fiori: gli ultimi bucaneve, e poi viole, primule, pervinche, anemoni, denti
di cane. In realtà, so molto poco di fiori e in alcuni casi ho dovuto aiutarmi,
per sapere il nome, con i libri ed il web. Poi ho pubblicato un po’ di immagini,
quelle riuscite meglio.
Piccola cosa, saper riconoscere intorno “per
nome” piante e animali.
E però – l’ho imparato dai bambini, ma vale anche per noi, adulti o addirittura
vetusti – sono cose che un pochino ci aiutano a sentirci meno fuori posto, in
questo mondo. E con naturalezza si possono condividere con altri umani
al fuori di una logica di perenne, spesso insensata competizione!
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