In questi giorni sto finalmente mettendo ordine
nelle “gallerie” del Museo
Virtuale dei Piccoli Animali, convertendole anche da Flash a Java. Questo rende i
contenuti più accessibili, anche dai tablet che con Flash non si ritrovano più!
Una delle ragioni principali per cui l’idea
del “museo” nel tempo è piaciuta (a proposito, siamo sempre in cerca di collaborazioni
e sponsor!) e ha trovato spazio in pubblicazioni anche internazionali e di prestigio, credo
stia nel fatto che mette d’accordo in modo semplice e immediato la natura e la
tecnologia.
Si cercano insetti e ragni nel
cortile della scuola (che dopo per i
bambini non sarà più lo stesso!), li si “cattura” con fotografie e video (anche chi non lo ha mai fatto,
ottiene spesso risultati sorprendenti!), li si osserva nello splendore del
macro e poi si condividono i documenti in rete. Senza contare
l’entusiasmo, la sorpresa e la meraviglia, l’interesse duraturo dei bambini,
che poi ricercano, disegnano, raccontano, e spesso insieme convergono verso conclusioni
scientificamente ineccepibili (“le api succhiano e le vespe tagliano!”
Parola dei bambini di prima elementare, e degli scienziati!)
Piccoli animali si trovano
dappertutto, ma ci sono ambienti dove più volentieri si danno convegno. Se noi li ci appostiamo e osserviamo,
sarà meglio che leggere un libro, che navigare su internet: arriveranno in tanti
a incontrarci, stupirci, meravigliarci, veri, vivi e presenti. E l’occhio, l’orecchio
a volte, la videocamera o la macchina fotografica con l’ obiettivo macro
(cose non più da professionisti, ma da bambini ormai, da parecchio tempo e
anzi, a volte meno ci si “aggiorna” seguendo i capricci del mercato, e meglio
è!) moltiplicheranno la nostra capacità di vedere e di ricordare.
Così, per esempio, molti insetti diversi
visitano i fiori di lavanda,
così come ricca e differenziata è la folla che si dà convegno sulle ombrellifere.
Nella mia esperienza empirica, un ambiente che
favorisce un’osservazione comoda e ricca è l’edera in fiore. Sta abbarbicata in
quantità sul muro o sul cancello, non occorre neanche muoversi e spostarsi, ma basta
avere pazienza e aspettare. A parte gli ospiti “fissi”, come ragni e cimici,
è un continuo volo di api e vespe di ogni foggia e dimensione, e mosche
tante e diverse da non credere. Arrivano, si spostano velocemente, non sono sempre
agevoli da fotografare, ma facilmente ritorneranno.
Con le macchine digitali conviene scattare
tanto, tantissimo. Non costa niente e non solo avremo più possibilità di
ottenere immagini soddisfacenti, ma spesso ci capiterà di scoprire,
rivedendo in grande, particolari che proprio non ci aspettavamo. Come gli occhi
bianchi punteggiati di rosso dell’ Eristalinus
sepulchralis (e chi se l’aspettava? E che razza di nome gli hanno dato!)
Il calabrone che si “pettina”
era su un’altra edera alcuni anni fa, mentre ieri ho cercato di
prenderne uno in volo, e anche se mossa l’immagine è suggestiva. Davanti all’edera
in fiore, il suo volo si annuncia e si sente, si impone con un forte ronzio. Ma
quasi altrettanto rumore fa anche la grossa mosca che lo imita, la Volucella zonaria!
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