Fino
a non molto tempo fa, facevo gli auguri di buon compleanno ai miei
amici di Facebook. Un piccolo rito quotidiano, pochi clic,
e in cambio ricevevo ringraziamenti, saluti, sorrisi: semplice e
piacevole Da un po' non lo faccio
più, nemmeno con le persone che conosco molto bene e a cui
sono più legato.
Non
c'è una ragione precisa, ma complessivamente il “social” mi
annoia. Forse è un tempo che preferisco la compagnia di persone
in carne e ossa. Forse sento personalmente quel declino
che – dicono alcuni – farà sgonfiare questa parte della rete
entro pochi anni. Ogni tanto intervengo, sulla cultura e sulla
politica, oppure metto il “mi piace” a qualche post altrui
intelligente, seguo il promemoria di certi eventi...
Scrivo
anche pochissimi tweet (lo confesso, da sempre seguo poco e
molto poco sono seguito, e la cosa non mi disturba!), e solo oggi
torno qui a scrivere questo articolo in uno dei miei
due blog, dopo una vita.
Non
credo proprio però di essere io che perdo i colpi, di non riuscire
magari invecchiando a seguire il ritmo sempre più vorticoso
dell'innovazione, anzi! Sono invece sempre più convinto – e
l'esperienza con le persone reali, di ogni età, me lo confermano
ogni giorno – che c'è una drammatica inflazione che
oggi fa male, malissimo al mondo, e di cui dovrebbero preoccuparsi i
“rigoristi” del nord Europa e non solo, e non è quella del
denaro (la buona vecchia lira dimezzava il suo valore ogni dieci
anni, e oggi qualcuno perfino la rimpiange!), ma quella della
comunicazione, tanta, troppa, spessissimo a vanvera, che il più
delle volte non porta da nessuna parte e sconfina in un rumore
indistinto, attraverso cui passano soltanto ideologia e piatto
conformismo. Cioè: disponiamo oggi di una quantità esagerata di
mezzi per comunicare ovunque e con chiunque in tempo reale, siamo
sempre aggiornati, connessi, intercomunicanti... e con quale
risultato? Che siamo ritornati all'assedio
di Sebastopoli in Crimea e ai moti irredentisti nel Lombardo
Veneto, come in pieno Ottocento!
Siamo
sicuri che la “tecnologia”, la rete nella versione corrente
“navigo a 20 mega e quindi sono al passo coi tempi, anche se non so
archiviare una foto in un pc!” rappresenti davvero il “futuro”,
o anche solo un piccolo progresso per l'umanità, rispetto per
esempio ai tempi in cui il mondo era dominato dalla televisione? O
meglio, siamo sicuri che il mondo di oggi non sia ancora e più
di prima dominato dalla televisione? Con
noi che nemmeno ce ne rendiamo conto, intenti a trastullarci con i
nostri specchietti e perline digitali, contenti dei nostri conti
correnti on line e dei nostri navigatori satellitari (ottime cose,
per carità!)
Ma
intanto corriamo affannosamente dietro al mercato senza
poter scegliere e andiamo avanti a testa bassa con una
“digitalizzazione” per i più consumistica,
passivizzante,
sostanzialmente analfabeta.
Oltre
i contentini individuali e di gruppo, i risultati sociali e politici
complessivi... beh, sono sotto gli occhi di tutti!
♥
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