Faccio
ormai fatica a scrivere
di "tecnologia": quella fiera continua del nulla
spacciato per innovazione, dove le più belle idee e possibilità
degli ultimi quarantanni sono state quasi tutte sepolte sotto una
bara di ideologia che di fatto produce quasi solo conformismo,
rassegnazione, accettazione supina delle regole del "mercato",
e disalfabetizzazione di massa asservito alla burocrazia.
Faccio
fatica anche a scrivere
di educazione, frequentando – potrei dire, per fortuna –
da esterno, una istituzione scuola che da anni pare aver
smarrito globalmente il senso della propria funzione sociale,
nonostante il lavoro eccellente e misconosciuto di tanti
insegnanti, che ci sono e fanno cose egregie e nessuno lo sa,
lottando contro i mulini a vento, e nonostante i bambini e i
ragazzi, che mai come di questi tempi sono assetati e affamati di
educazione, di realtà, di rapporti veri e costruttivi con gli
adulti, perché in quel mondo spot in cui li facciamo crescere manca
l'aria, manca il senso del come e perché si vive.
Poi
– al solito – basta
un'uscita a
guardarsi intorno,
tra il giardino, gli alberi, i muri, e tutto sembra apparire
sotto una prospettiva diversa, semplice, immediata, interessante e
viva.
Lo
so, sono anni che vado raccontando degli insetti
e dei ragni che scopriamo in giardino, e forse per qualcuno
rischio anche di essere noioso.
Al
confronto però con altri mantra pure ripetuti da anni e con ben
altra potenza e aggressività, al punto che molta gente senza neanche
pensarci se ne è convinta e ci crede, queste non sono balle!
Non procedo per speculazioni sofistiche che per esempio descrivono un
mondo popolato di fantomatici "nativi
digitali", per la consolazione di adulti in crisi in cerca
di un alibi e la gioia dei venditori di aggeggi tecnologici da
imporre al mondo. Dico semplicemente quello che vedo e che sento, e
tutte le volte mi stupisco di quanto sia facile, naturale, con i
bambini vivere un'esperienza in cui si si riescono, sempre a mettere
d'accordo, in un paio d'ore, natura e tecnologia,
entusiasmo infantile e verità scientifica, interesse sincero per
il mondo reale e divertimento, libri di carta e condivisione di
documenti digitali in rete.
Quest'anno
la qualità delle immagini raccolte è davvero buona. Mentre le
scuole organizzano il materiale dal loro punto di vista, io ho
pensato di rilanciare il Museo
Vurtuale dei Piccoli Animali con queste gallerie di scoperte
sul campo. Poi si riprendono i contatti vecchi e si vanno a cercare
quelli nuovi, si rinfresca la memoria ai corrispondenti di tutto
il mondo.
La
vera novità, la vera possibile
rivoluzione del tempo presente –
anche questo magari vale la pena di ripeterlo – è che tecnicamente
tutti -
bambini, adulti, anziani, tutti! - possiamo
essere oggi immediatamente produttori
di informazione, nella società
dell'informazione, a livello planetario!
Prenderne coscienza, può trasformarci
all'improvviso da consumatori scontenti,
isolati e
passivi in attori consapevoli e
sociali, da
competitori arrabbiati in cooperatori
soddisfatti. E possiamo provare a
immaginare quello che succederebbe se milioni, centinaia di milioni
di persone prendessero davvero l'abitudine
di condividere e realizzare in rete i
propri progetti culturali, sociali, politici, produttivi, oltre le
restrizioni d'uso imposte dai regimi, oltre l'attuale gestione
privatistica e commerciale da parte di un pugno di multinazionali...