mercoledì 30 aprile 2014

Tra i piccoli abitanti del giardino, immaginando il futuro


Faccio ormai fatica a scrivere di "tecnologia": quella fiera continua del nulla spacciato per innovazione, dove le più belle idee e possibilità degli ultimi quarantanni sono state quasi tutte sepolte sotto una bara di ideologia che di fatto produce quasi solo conformismo, rassegnazione, accettazione supina delle regole del "mercato", e disalfabetizzazione di massa asservito alla burocrazia.
Faccio fatica anche a scrivere di educazione, frequentando – potrei dire, per fortuna – da esterno, una istituzione scuola che da anni pare aver smarrito globalmente il senso della propria funzione sociale, nonostante il lavoro eccellente e misconosciuto di tanti insegnanti, che ci sono e fanno cose egregie e nessuno lo sa, lottando contro i mulini a vento, e nonostante i bambini e i ragazzi, che mai come di questi tempi sono assetati e affamati di educazione, di realtà, di rapporti veri e costruttivi con gli adulti, perché in quel mondo spot in cui li facciamo crescere manca l'aria, manca il senso del come e perché si vive.

Poi – al solito – basta un'uscita  a guardarsi intorno, tra il giardino, gli alberi, i muri, e tutto sembra apparire sotto una prospettiva diversa, semplice, immediata, interessante e viva.

Lo so, sono anni che vado raccontando degli insetti e dei ragni che scopriamo in giardino, e forse per qualcuno rischio anche di essere noioso. 

Al confronto però con altri mantra pure ripetuti da anni e con ben altra potenza e aggressività, al punto che molta gente senza neanche pensarci se ne è convinta e ci crede, queste non sono balle! Non procedo per speculazioni sofistiche che per esempio descrivono un mondo popolato di fantomatici "nativi digitali", per la consolazione di adulti in crisi in cerca di un alibi e la gioia dei venditori di aggeggi tecnologici da imporre al mondo. Dico semplicemente quello che vedo e che sento, e tutte le volte mi stupisco di quanto sia facile, naturale, con i bambini vivere un'esperienza in cui si si riescono, sempre a mettere d'accordo, in un paio d'ore, natura e tecnologia, entusiasmo infantile e verità scientifica, interesse sincero per il mondo reale e divertimento, libri di carta e condivisione di documenti digitali in rete.

Quest'anno la qualità delle immagini raccolte è davvero buona. Mentre le scuole organizzano il materiale dal loro punto di vista, io ho pensato di rilanciare il Museo Vurtuale dei Piccoli Animali con queste gallerie di scoperte sul campo. Poi si riprendono i contatti vecchi e si vanno a cercare quelli nuovi, si rinfresca la memoria ai corrispondenti di tutto il mondo.

La vera novità, la vera possibile rivoluzione del tempo presente – anche questo magari vale la pena di ripeterlo – è che tecnicamente tutti - bambini, adulti, anziani, tutti! - possiamo essere oggi immediatamente produttori di informazione, nella società dell'informazione, a livello planetario! Prenderne coscienza, può trasformarci all'improvviso da consumatori scontenti, isolati e passivi in attori consapevoli e sociali, da competitori arrabbiati in cooperatori soddisfatti. E possiamo provare a immaginare quello che succederebbe se milioni, centinaia di milioni di persone prendessero davvero l'abitudine di condividere e realizzare in rete i propri progetti culturali, sociali, politici, produttivi, oltre le restrizioni d'uso imposte dai regimi, oltre l'attuale gestione privatistica e commerciale da parte di un pugno di multinazionali...

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