giovedì 26 giugno 2025

Il festival virtuale, per ricominciare

Torno dopo tanto tempo a usare questo mio blog personale, è il momento!

Lo scorso ottobre si è svolta a Brescia, un po' in sordina, la prima edizione della rassegna "I Bambini si Raccontano in Video".

Per chi non ha partecipato di persona, ricordo che sono ora disponibili in rete, nel canale YouTube TheLook of Children, il trailer, le 4 raccolte di opere di varia provenienza, e anche "l'ospite d'onore" Spirit Ship, film bellissimo del 2011, grande esempio di come l'arte può trovare strade nuove e sorprendenti dall'incontro con i bambini.

Invito tutti a guardare, iscriversi al canale e magari riprendere insieme un discorso che può essere, oltre che culturalmente importante nel mondo di oggi, anche divertente e carico di speranza.

Era dunque successo, per tornare alla rassegna, che pur avendo raccolto molto materiale dall'Italia e dall'estero, c'era stata nei mesi precedenti una difficoltà di connessione soprattutto con le scuole locali, che corrisponde purtroppo a un problema generale, quando si tratta di coinvolgere il mondo dell'educazione in qualcosa che vada oltre la quotidianità dei programmi e della burocrazia, o l'eccezionalità dell'accesso alle risorse economiche del PNRR. Succede in particolare se ci sono di mezzo la fotografia e il video, in questo strano mondo in cui in cui in nome della "privacy" si sta in molti casi cancellando dalla comunicazione educativa il sorriso dei bambini e dei ragazzi, sempre più associandolo nel sentimento comune al pericolo e alla paura. E se questo serva a "proteggere" le giovani generazioni, oppure sia per loro nel lungo periodo un danno enorme, ingigantendo timori irrazionali e consegnando la gestione delle immagini che tutti, anche i bambini, ormai produciamo e pubblichiamo incessantemente con i telefonini, semplicemente nelle mani incontrollabili del mercato, sarebbe una questione interessante da affrontare.

Molti educatori pensano che sia utile far conoscere meglio le cose buone e belle che succedono nella scuola, mostrare alla società e all'opinione pubblica che non ci sono solo il bullismo e tutti quei problemi e sindromi per cui sempre più bambini vengono etichettati e affidati agli psicologi. Tanto più che oggi lo si può fare, come un tempo non era possibile, attraverso la voce dei bambini stessi che, se stimolati a un uso attivo e consapevole, sono in grado di utilizzare in prima persona e attivamente i mezzi audiovisivi, e in generale la tecnologia, giocando come sanno fare i bambini, con una libertà e una autonomia dagli stereotipi correnti che la maggior parte dei cittadini consumatori in crisi della società dell'informazione nemmeno si immagina.

Il canale e la Community YouTube, così come le pagine web del progetto, possono essere luoghi virtuali efficace per la condivisione dei video e il confronto tra educatori, insegnanti e in generale chiunque sia interessato.


Ho pubblicato dunque in questi giorni il trailer della rassegna, in parte "restaurato" nel video e nell'audio, anche con l'aiuto dell'intelligenza artificiale - suggerisco il confronto con le vecchie immagini cubane SD buie e sgranate della presentazione di 6 minuti di un anno fa, e si può fare di meglio, dato che io so usare ancora in modo approssimativo gli strumenti! - e poi le 4 raccolte per la durata complessiva di un'ora, che avevamo presentato al pubblico presente nella sala a Brescia. YouTube mi dice che "Opere 1" e "Opere 4" sono parzialmente bloccati per problemi di copyright e che in alcuni paesi potrebbero non essere visibili. Dato che sono assemblaggi di lavori altrui, ho cercato di capire invano quali sono i video responsabili, e se qualcuno ha idea di dove e come si possono controllare meglio queste cose, attendo suggerimenti.

Poi pensavo. Se un progetto ha un suo senso, una possibile utilità per le nuove generazioni e per la società in generale, anche se in alcune fasi trova difficoltà ad affermarsi, non è proprio il caso di rinunciare.

Così torno a mettere in ordine anche le pagine web, con un riepilogo scritto a caldo ancora a novembre, con un po' di cose che si potrebbero fare, e di nuovo vado a cercare i diversi interlocutori, con cui nei mesi precedenti alla rassegna c'era stato un contatto diretto, augurandomi che ci si possa ritrovare e magari coinvolgere anche altri.

Sono tempi in cui anche l'educazione, come del resto la politica, più che preparare il futuro sembra inseguire giorno per giorno gli umori più superficiali che agitano l''opinione pubblica, con soluzioni grottesche (e probabilmente illegali) come la proibizione dell'uso di strumenti come il telefono cellulare a scuola, negando di fatto una volta di più una possibile alfabetizzazione a un uso attivo e consapevole della tecnologia, oltre gli stereotipi indotti dal mercato.

Informatevi prima per favore, almeno, studiate! O almeno ascoltate i bambini veri, che hanno tante cose da insegnare!

Dal mio ultimo laboratorio, con molte classi della primaria di un istituto comprensivo, c'è per esempio questo video su bambini e robot che varrebbe la pena di vedere.

Ma più in generale, c'è un'informazione, anzi una comunicazione dal basso che sempre più è urgente che impariamo far funzionare, per riscoprire insieme, adulti e bambini, l'efficacia e il piacere di mettere insieme gioco ed esperienza, natura e tecnologia, cultura e collaborazione tra gli umani, oltre l'ignoranza, la diffidenza, le paura, le risse, la guerra.