domenica 21 giugno 2020

Il principe rettiliano e la profezia dei bambini

Premessa doverosa, con i tempi che corrono: questo è un articolo semiserio.

Che i bambini, nel loro gioco di finzione, sappiano a volte cogliere la realtà in modo talmente sintetico ed essenziale da sfiorarne quella che si potrebbe definire “essenza”, è una cosa non nuova per molti educatori attenti e che – quei pochi che mi conoscono lo sanno – io sostengo da sempre.
A questo proposito avevo raccolto tanti documenti soprattutto negli anni 80 quando, durante i corsi di animazione teatrale, facevo fare il “TG dei bambini” e loro, giocando, inventavano notizie sempre un po’ per ridere che però, quando si riferivano alla realtà dei grandi, risultavano a volte illuminanti su come, tra cinismo e ironia, i cuccioli della società dell’informazione percepiscono il mondo in cui vivono.
A memoria, al volo, penso a notizie come: “Villeneuve ha messo le ruote alla sua bara e ha vinto il gran premio di Los Angeles”, oppure a quando, dopo un’eruzione vulcanica che immaginavano avesse pietrificato gli abitanti, l’inviato speciale arrivò col microfono in mano a fare una intervista a un “pietrificato”. Il massimo dell’inquietante e del “profetico” fu quando fecero morire il Papa, accoltellato in diretta in piazza San Pietro, esattamente la mattina del giorno il cui il pomeriggio ci fu l’attentato a Giovanni Paolo II. Ricordo poi il bambino che aveva letto la notizia che giurava che lui non c’entrava niente, che il testo “l’ha scritto lei!”, indicando un compagna ugualmente imbarazzata.
In quel caso, non era una cosa così improbabile. I telegiornali parlano molto di persone famose e anche di crimini e morte. Mettere insieme le due cose, in un gioco di bambini, può capitare.
Fotomontaggio di bambini: il principe Carlo e lady Diana, 1981

Oggi, viviamo tempi difficili da credere, come in un castello delle paranoie incrociate (Calvino mi scusi l’assonanza!) Da una parte, nel pieno della pandemia, abbiamo assistito per esempio alla criminalizzazione dei “runner” novelli untori, con scene incredibili come la caccia all’uomo in diretta TV con tanto di elicottero di un tizio isolato sulla spiaggia, certo colpevole di aver violato un’ordinanza, ma che con tutta probabilità non poteva diffondere il contagio (a chi, ai gabbiani, se era lì da solo?)) e magari non meritava il fiato sul collo di una intera nazione; o anche, con la pandemia agli sgoccioli, in una regione quasi non toccata dal virus, all’assurdo di bloccare un treno per due ore perché una donna aveva la tosse! Dall’altra, molti di quelli che ci dicono “svegliatevi, non vi fate stressare dalle notizie della televisione e dall’uso esagerato delle mascherine!”, poi ci bombardano sui social network con annunci di vaccini che faranno milioni di morti, chip di controllo che saranno inseriti a forza nei nostri corpi, congiure planetarie ordite dalla finanza internazionale e dai discendenti della stirpe di Caino attraverso l’azione combinata di virus creati in laboratorio, scie chimiche e reti 5 G. Che è proprio quello che ci vuole per restituire a tutti finalmente un po' di pace e serenità!

Io non credo – guarda un po’ cosa mi tocca scrivere! - che il principe Carlo Mountbatten-Windsor sia
un rettiliano (forse Bill Gates... Ma no, neanche lui, dai!), e però mi accorgo che nell’archivio della mia mente questa fake news è accompagnata dalla sua brava illustrazione, netta, precisa, che non viene da qualcosa che ho visto di recente in rete, ma proprio dalla mia memoria personale profonda…
Ecco, ora mi ricordo. Vado a prendere un fotomontaggio realizzato da un bambino nel 1981, quando in una biblioteca di Brescia li si fece giocare a ritagliare e incollare figure dai giornali. Avevo poi digitalizzato e archiviato i lavori, forse da qualche parte ho ancora il foglio originale.
Loro stavano solo divertendosi combinando immagini a caso. Ma quante volte è successo nella storia che i bambini sono stati gli strumenti innocenti di profezie e rivelazioni importanti per l’intera umanità! 1981: prima dei Visitors! Forse l'origine di tutta una narrazione!

Postilla doverosa, con i tempi che corrono: questo è un articolo semiserio.