venerdì 18 settembre 2015

Dove Cicciobello rinasce a nuova vita!

Succede che un giorno passiamo per Contrada del Cavalletto, nel centro di Brescia, e l'attenzione è attirata da una piccola vetrina che non avevamo mai notato, piena di giocattoli e di colori, ma soprattutto di bambole, bellissime, alcune davvero incredibili, che sembrano bambini veri.
La porta è semichiusa, ma vediamo che dentro c'è una donna dalla pelle nera. Ci vede e ci apre, ci fa entrare.
Incominciamo a parlare come se fossimo vecchi amici e ci racconta del perché in quel momento è piuttosto arrabbiata. È passato da poco un tipo che, osservando le bambole, le ha detto: “Non puoi averle fatte tu: i negri non hanno doti artistiche!
 

Non è per la parola “negro”, che anzi lei usa senza problemi, forse intuendo da straniera comunitaria (è francese, dalle Antille a Parigi!) che in italiano - prima che un piatto conformismo “politicamente corretto” ne mutuasse una accezione comunque negativa dalle cattive traduzioni dei film americani – in realtà non è necessariamente una brutta parola.
Ci racconta però di come è difficile condurre l'attività nel suo circolo affiliato all'ARCI in una città come Brescia, ci racconta dei suoi corrispondenti da Torino, da Bologna, dalla Germania.
Celine non è solo un'artista di quelle bambole che oggi vengono chiamate “reborn”, ma porta avanti nel suo piccolo laboratorio una cultura sistematica del riciclo, in particolare di bambole e giocattoli, mostrando come tutto si può recuperare, a livelli anche di ottima qualità. Così, accanto a splendide bambole da collezione, fatte da lei o provenienti da donazioni, in quelle stanze attendono piccole folle di vecchi Cicciobello dismessi, speranzosi di essere restituiti a nuova vita.
Le dico: “Se sei d'accordo, torno qui qualche volta e facciamo un piccolo film!” Perché c'è qualcosa di davvero bello da raccontare, nell'atelier Rêve des Rêves di Celine!

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