C'è un gattino
ospite in casa, in questi giorni, che quando non cerca di arrampicarsi con le
unghie sulle mie gambe, come ha fatto stamattina (e gli ho anche urlato dietro,
ma mi ha fatto male!) è per molti versi simpaticissimo.
Dato che non sta fermo un momento ed è curioso di ogni cosa,
ovviamente di più di quelle che si muovono, ho provato a proporgli uno di quei videogiochi che una nota casa di
alimenti per animali he ideato per le nuove
generazioni di felini che, cresciuti in familiarità con gli schermi, pare
abbiano naturalmente sviluppato nuove competenze digitali.
L'altro gatto che bazzica abitualmente in casa, che non ha
mai usato la sabbiolina e fa i suoi bisogni rigorosamente all'aperto, ma in
compenso ama bere dal rubinetto, non è in effetti molto per i videogiochi. Probabilmente
è un fatto generazionale. Se
pensiamo che un anno di un gatto ne vale tanti dei nostri, praticamente lui è un
felino del secolo scorso, quando i tablet
non c'erano ancora.
Il gattino dunque, che per la cronaca si chiama Alpha (nome
impegnativo, emblematico!) si interessa ai pesci del videogioco e toccandoli
con la zampina scopre che li può mandare a fondo, con accompagnamento sonoro di
bolle e sciacquio.
Ma c’è qualcosa che non lo convince e allora incomincia a rovistare ai bordi del tablet, cerca di sollevare la schermo, vuole vedere se i pesci sono nascosti lì sotto…
Sveglio, il gattino!
Ma c’è qualcosa che non lo convince e allora incomincia a rovistare ai bordi del tablet, cerca di sollevare la schermo, vuole vedere se i pesci sono nascosti lì sotto…
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