Il
giovane merlo chiama dall’alto del cespuglio. E’ fermo lì da un po’, immobile, come gli
adulti della sua specie non fanno. In quella posizione non corre particolari
rischi, anche se nei paraggi si potrebbe aggirare un gatto pacioccone e
coccolone, che in certi giorni però già abbiamo visto trasformarsi in uno
spietato serial killer: lucertole, passerotti, merli appunto, fino all’ultima
non completata impresa contro un piccione, con gande spargimento di piume per
tutto il giardino!
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Non
è un rinoceronte nero, un bue muschiato, una tigre del Bengala, ma anche il
giovane merlo va ripreso comunque da lontano, per non disturbarlo e non
farlo scappare. Dopo le prime scene d’assaggio, gli giro intorno e trovo un'altra posizione dove piazzare il cavalletto, per variare il punto di vista. Sono
queste due piccole cose infatti, le inquadrature ferme e i diversi
punti di vista, che fanno la differenza tra un video invedibile e uno
buono. I bambini,
quando glielo hai fatto notare una volta, non se lo dimenticano più. Mentre
alla maggior parte degli allegri possessori di dispositivi video di ogni risma
(video e fotocamere, telefonini, tablet, console da videogiochi portatili
ecc.), probabilmente nessuno lo ha mai detto. E’ come scrivere libri, senza
sapere che esistono i punti e le virgole!
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Un problema oggi per me è il sole. Nonostante i 3 pollici e mezzo e l’ottima definizione, nel display a cristalli liquidi, non si vede praticamente niente e bisogna guardare dal mirino. Una volta, tutte le videocamere, anche dopo l’adozione standard del piccolo schermo lcd esterno, avevano anche un mirino, comodo e orientabile, mentre da qualche anno lo mettono solo nei modelli di fascia alta, alle soglie del professionale. che nei supermercati tecnologici è praticamente estinta (tanto i video oggi tutti li fanno con le reflex, ti spiega il commesso!). Nel mio caso il mirino dà una immagine magari bella e definita, ma è talmente “essenziale” che fai una fatica bestia a guardarci dentro. Nobbuono, anzi, netto regresso!
Poi,
in un ambiente di foglie e rametti. serve la messa a fuoco manuale, quella vera, con la rotellina sull’obiettivo,
che praticamente da quando esistono le videocamere digitali la trovi solo sui
modelli di punta, e nemmeno di tutte le marche. E in questo la tecnologia di
oggi invece ci dà una mano consistente, con la messa a fuoco manuale assistita, che soccorre luminosità problematiche e
carenza di diottrie, nel mio caso “colorando” le zone a fuoco in modo in modo
che, se i puntini blu stanno sull’occhietto semichiuso del merlotto, anche se
non vedo una mazza so che l’immagine sarà a posto!
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Dopo
che ho lasciato il campo libero, il merlotto riappisolato sul cespuglio, si è
vista una femmina saltellare nel vialetto. Forse la mamma, che era
tornata a riprenderselo?