Pensavo....
Lavoro
con I bambini dall'inizio degli anni Ottanta, e da sempre ho
usato tutta
la tecnologia che c'era. Si giocava col corpo,
l'immaginazione, le macchine, molto tempo prima che espressioni
linguistiche ormai deprivate di senso come “digitale” o “2.0”
arrivassero a portare vagonate di rumore e confusione
nelle relazioni già abbastanza complicate tra gli umani di età
diverse. Era bello: il videoregistratore, il sintetizzatore moog, il
registratore audio, la telecamera, il computer, i DVD fatti in casa,
il telefonino, l'iPad... Attrezzi e mezzi amichevoli e facili che,
presi per il verso giusto, rinforzano nei bambini lo stupore, la
sorpresa, e soprattutto la voglia
di fare.
Pensavo.
Ho presso dalla cassetta della posta l'ennesimo stampato con le
offerte speciali di “tecnologia” di questi giorni di quasi agosto
2013 e provo un senso istintivo di fastidio. Ma non ero io che fino a
poco tempo fa sfogliavo avidamente le offerte speciali, curioso di
qualche occasione a buon prezzo? Non erano quei posti fantastiche
esposizioni di strumenti sempre più potenti, economici e facili, per
poter fare cose sempre nuove e strabilianti?
Mi
viene da dire “ora
non più”, e il dubbio sorge legittimo: forse sono invecchiato,
stanco, ho fatto il mio tempo e chissà dovrei farmi da parte.
Poi
provo a ragionare, e vedo che in realtà le mie attività con i
bambini funzionano bene come sempre, anzi di più. Continuiamo anche
a usare sistematicamente la tecnologia,
producendo video e siti web, e attraverso la rete stanno partendo non
uno ma diversi progetti, tra i più belli e avanzati a cui abbia mai
partecipato. Sto anche pubblicando proprio oggi il mio
primo ebook...
Allora,
cosa c'è che non va? Forse il fastidio crescente per questi “ultimi
arrivati” che conoscono solo tablet e touch screen e vanno in giro dando lezioni
al mondo? Forse quel fiorire di luoghi comuni che
descrivono i bambini di oggi come una generazione di “mutanti
digitali”, messi in giro da gente che evidentemente i bambini veri
non li conosce ?
E'
come un senso generale di falsità in cui a forza ci si vuole
obbligare a vivere, in cui dominano gli stereotipi, l'ignoranza,
l'onnipotente mercato! Nella società, nei media, nella scuola,
dove l'esperienza degli umani è nulla e l'ideologia omologante è
tutto. Sto bene, benissimo con i bambini, ma sono a disagio nel
contesto... Se il mondo andasse bene, avrei di che preoccuparmi!
Nella
foto sopra si vedono tre bambine e una maestra chine sull'erba, che
stanno guardando qualcosa. In realtà, la maestra aveva in mano una
videocamera (la tecnologia c'era!), ma quello che stavano facendo era
cercare
e scoprire gli animaletti nel prato: insetti, ragni, millepiedi,
lumache, lombrichi, bellissimi e entusiasmanti per i bambini, molto
più di un videogioco! Poi, grazie a video e fotografia, con il
computer, il proiettore, il software giusto, non solo riviviamo e
approfondiamo l'esperienza ma, se vogliamo, il videogioco lo
facciamo noi!
Ecco,
forse è proprio questo l'ultimo passaggio, quello più importante,
che nell'andazzo della tecnologia usa, esibisci e getta degli ultimi
anni si sta perdendo... E il disagio ha ora tutto il senso di una
possibile “rivoluzione” che seriamente rischia di non esserci
più!