giovedì 31 ottobre 2013

La cavalletta e la scienza dei bambini

C'è una cavalletta sul muro che si muove torpida, lentamente, a zampe larghe. E' una ninfa di Anacridium aegyptium, riconoscibile dagli occhi a “strisce” e dai puntini nel cosiddetto “pronoto” (la placca dorsale del primo segmento del torace). Azzardo anche che probabilmente è alla penultima metamorfosi (se non me la tiro adesso che sto pubblicando ebook sugli insetti, allora quando?), perché a memoria mi pare che quella verde che avevo fotografato un'altra volta fosse più grande. Dai movimenti incerti e una certa “umidità” che comunica si direbbe proprio fresca di muta.
Mi è sembrata il soggetto ideale per provare la videocamera HD con messa a fuoco manuale “assistita” e alla fine ne sono venuti fuori 2 minuti e mezzo tutto sommato suggestivi, che monto con una musica di atmosfera ricavata dal programma di montaggio.


First steps of Anacridium aegyptium, nymph from Paolo Beneventi on Vimeo.

Faccio vedere a ragazzi di quarta elementare che non conosco, senza dire niente prima. Mentre guardano, un bambino esclama: “Non ha le ali!” Un altro domanda: “Perché fa così fatica a camminare?”
Osservazioni spontanee estremamente pertinenti. Che mi sia imbattuto in un gruppo di “nativi entomologi”?
Non spiego ancora nulla, passo tra i banchi con il registratore: “Voi che cosa ne dite?”
Forse è appena nata!” “E' nata senza ali, è deformata?” “Per camminare doveva prendere l'appoggio giusto?” “Perché si erano rotte le ali!” “Per la metamorfosi!” “Era appena nata e stava imparando a camminare!”
Potenza delle immagini, dell'osservazione, della “non spiegazione” che sollecita la mente a cercare di capire a immaginare. Potenza della curiosità bambina che, nel gruppo, si fa spontaneamente scienza.
I ragazzi hanno saltato spontaneamente la fase in cui sparano risposte a casaccio, tirando a indovinare. Forse anche perché sanno che quelle immagini sono il prologo a un lavoro che stiamo per fare insieme, ad altre immagini che andremo a raccogliere insieme nel giardino della scuola, possibilmente altrettanto interessanti.
A quel punto si può fare una piccola “lezione” sulla metamorfosi incompleta di tanti insetti, sollecitata dai ragazzi stessi. E a quel punto la la LIM, le casse audio, le camere video e fotografiche, il registratore, non sono solo aggeggi tecnologici che servono a “digitalizzare” la scuola, ma strumenti pratici, utili ed efficaci di lavoro e conoscenza.

Ed è gioia, entusiasmo, amicizia, subito, oltre che acquisizione immediata di “competenze”. E anche la maestra che per la prima volta prova le riprese macro con la videocamera, se che cosa vuole e, con appena un po' di attenzione, subito ottiene immagini belle e sorprendenti.