lunedì 20 gennaio 2020

Paolo e Kublai Khan

Questo avevo scritto un giorno, mentre finalmente leggevo per intero Le Città Invisibili di Italo Calvino, avendo appena pubblicato I Pianeti Raccontati, un piccolo libro che a quell’altro libro
illustre si ispira e che è uscito giusto un anno fa...

Parlò allora Kublai Khan, fissandolo negli occhi con un sorriso che, se non fosse stato per il celeste lignaggio dell'imperatore, Paolo avrebbe probabilmente interpretato come vagamente complice. Disse il signore dei Mongoli e dei Cinesi:

«Il tuo lavoro non ha la struttura complessa su piani molteplici e intercomunicanti dell'Opera di Calvino, e in effetti è solo un libro per bambini. Ma in molti passaggi c'è una sorprendente assonanza di toni e di atmosfere, come se avessi assimilato nel profondo se non lo stile, inarrivabile, almeno l'intenzione. E come è possibile, se è vero quello che dici, che tu non avevi in realtà mai letto, se non per piccoli estratti, Le Città Invisibili».
Paolo sorrideva, con un certo luccichio in fondo agli occhi, ripassando ad alta velocità una folla di pensieri già pensati. E così rispose:
«Non è importante forse avere letto pagine e capitoli e libri interi di parole già disposte nella loro forma pubblica e definitiva, quando comprendere l'idea, la radice, l'origine da cui quelle stesse parole sono uscite a formare un racconto e lì andare per ricominciare a scrivere un altro racconto, che alla fine in molti punti sarà però lo stesso racconto, perché indirizzato dalla stessa idea. Toni e atmosfere convergono allora da certi sensi unici della narrazione e della fantasia, non importa se lo scrittore è genio o dilettante, a raggrupparsi intorno nel gioco di suggerire, evocare, proporre immagini e lasciare dubbi. Questo affascina il lettore che conosce il piacere di immaginare e sa sorridere leggero di se stesso.
Città e Pianeti sono in fondo un gioco della mente e del desiderio, un lancio di dadi che non è pericoloso e non induce dipendenza, nella ricerca, appassionata e tranquilla allo stesso tempo, di un’origine, di un'idea.