martedì 13 ottobre 2015

Terra Insieme, parte seconda: oggi!



.... Continua

Premessa storico – tecnologica.
C’era una volta il personal computer, che indicava un futuro possibile in cui tutti, nella società dell’informazione, potremmo essere produttori di informazione. Fu inventato nei garage da giovani appassionati che furono capaci di stravolgere i programmi di IBM, il monarca assoluto che governava l’informatica degli anni Settanta.
C’era una volta la rete, il World Wide Web, che permetteva potenzialmente a tutti di collegarsi con tutti nel mondo. Fu inventata nelle università, stravolgendo i piani di Microsoft, il monopolio quasi assoluto che governava l’informatica degli anni Novanta.

Il progetto TerraInsieme, nei primi giorni di vita pubblica, ha raccolto la sua piccola messe di “mi piace” su Facebook, è “in visione” presso molti che hanno detto che ci ragioneranno su (in effetti, troppe pagine!) e nel gruppo dei “coordinatori” c’è chi è incerto su cosa pubblicare o no all’interno dell’unico spazio per il momento aperto e praticabile, cioè la paginafacebook. Ci sarebbe anche il blog, su cui per il momento ho scritto due cose io, ma su cui tutti possono aggiungere osservazioni e commenti, che restano.
Chi per il momento vuole dare solo un’occhiata, può andare al canale YouTube e, all’interno del sito provvisorio, per esempio alla pagina della galleriavideo, dove può trovare filmati interessanti, che magari suggeriscono idee senza richiedere troppo impegno. Per chi invece vuole impegnarsi davvero, abbiamo scritto perfino un manifesto, chesi può firmare!
A parte che il mondo globalizzato è figlio della televisione (il medium passivo per eccellenza) e che i social network stanno restringendo la partecipazione non solo della massa dei consumatori, ma anche di molti che potrebbero essere protagonisti autorevoli nella società, dentro ambiti spesso di pura testimonianza inconcludente (che peso hanno per esempio le decine di migliaia di docenti che si accapigliano in rete, quando il governo italiano decide della “buona scuola”?), e a parte che è sempre tremendamente difficile fare e muovere qualcosa, l’idea rimane quella di mettere tante cose intorno a un fulcro e non lasciarle lì ferme, ma fare in modo che si “agitino” a vicenda. Per pensare, progettare, lavorare meglio, insieme!
Come, concretamente? Chiediamocelo e cerchiamo di spiegarcelo gli uni con gli altri!

La vecchia mela strega dei bambini di Urago d’Oglio, continua a sghignazzare e forse ci fa gli auguri!