giovedì 14 agosto 2014

Il Gufo, il Sasso, il Tangram (poi quel suicidio che nessuno si aspettava)



Vecchia Gufa guarda con quei suoi occhi grandi, dalla voliera dove il destino l’ha portata a trascorrere i suoi anni, in compagnia del suo vecchio gufo, perché fuori nel monte e nel parco non sarebbero capaci di sopravvivere. Fuori il Dentedel Lupo e le altre cime cambiano più volte di colore nel corso del giorno, da argento pallido a rosso vivo, e oggi c’è anche la luna piena. Bellissimo! La Scuola Verde e il Museodelle Acque nel parco del Gran Sasso sono stati quella che se fossi famoso e rilasciassi interviste, probabilmente definirei una “esperienza straordinaria” (oddio!), tra attività e persone che ho avuto il piacere di incontrare, per fortuna ma anche e soprattutto per scelta.

Il Piccolo Sasso che Jörg ha incominciato a scolpire in realtà peserà una tonnellata e mezza, roccia mista ricca di vene che un colpo sbagliato di scalpello la potrebbe mandare in frantumi. Me ne sono partito verso casa quando, girando dietro il sasso e attraversando la nuvola di polvere, la prima impronta della mano dello scultore lasciava già intravedere un’anteprima del possibile risultato. Vedrò le fotografie, il video che stanno girando, con la vecchia e poderosa videocamera professionale e una minuscola sbeffeggiante actioncam 4 K.

Sul treno la signora a fianco, che prima della partenza ha conversato a lungo nel linguaggio dei muti attraverso il finestrino con un’altra signora che la accompagnava, sprofonda per tutta la durata del viaggio nei videogiochi del suo iPad, e io che, sarà per la leggerezza e comodità dell’aggeggio, sarà per le offerte speciali, molto di recente mi sono convertito pur io al tablet da viaggio, prima mi ci leggo un libro e poi provo a districarmi nelle infinite combinazioni del Tangram.

Il punto di vista! A parte la geometria e la matematica, questo eccezionale concentrato di sapienza in 7 pezzi (prodotto non a caso di secoli di umano pensiero, e non della moda sugli scaffali di un supermercato, per “rivoluzioni” acclamate ogni sei mesi, meditate gente, meditate!) è una forte metafora per chi ci gioca di come davvero il mondo di ognuno in molti casi può cambiare, a seconda di come siamo capaci noi di cambiare il nostro punto di vista. I pezzi vanno osservati, immaginati, spostati, accomodati, e la figura prima impossibile diventa come d’incanto semplice ed evidente. Meraviglia della mente!

Durante il viaggio, per telefono, apprendo del suicidiodi Robin Williams. Non spendo qui tante parole, prendo quasi a caso dalla rete emozionie pensieri che posso fare miei, ma penso a quella brutta bestia della depressione, che colpisce anche chi dà un’immagine di sé (in questo caso non tanto nei film, quanto nelle apparizioni pubbliche, in televisione nei talk show, ambienti che potrebbero essere più “veri”) che davvero non te la farebbe immaginare. Depressione – non importa se stai bene o male con la salute, il lavoro, l’amore, in un mondo in cui spesso sembra che solo alla stupidità e all’arroganza sia concesso di camminare soddisfatte a testa alta – è probabilmente proprio quando non riesci più a cambiare il tuo punto di vista, quando la realtà diventa una pietra che ti convinci irrimediabilmente che non puoi e non potrai più scolpire…   



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