mercoledì 31 luglio 2013

Disagio tecnologico di quasi agosto...

Pensavo....
Lavoro con I bambini dall'inizio degli anni Ottanta, e da sempre ho usato tutta la tecnologia che c'era. Si giocava col corpo, l'immaginazione, le macchine, molto tempo prima che espressioni linguistiche ormai deprivate di senso come “digitale” o “2.0” arrivassero a portare vagonate di rumore e confusione nelle relazioni già abbastanza complicate tra gli umani di età diverse. Era bello: il videoregistratore, il sintetizzatore moog, il registratore audio, la telecamera, il computer, i DVD fatti in casa, il telefonino, l'iPad... Attrezzi e mezzi amichevoli e facili che, presi per il verso giusto, rinforzano nei bambini lo stupore, la sorpresa, e soprattutto la voglia di fare.
Pensavo. Ho presso dalla cassetta della posta l'ennesimo stampato con le offerte speciali di “tecnologia” di questi giorni di quasi agosto 2013 e provo un senso istintivo di fastidio. Ma non ero io che fino a poco tempo fa sfogliavo avidamente le offerte speciali, curioso di qualche occasione a buon prezzo? Non erano quei posti fantastiche esposizioni di strumenti sempre più potenti, economici e facili, per poter fare cose sempre nuove e strabilianti?

Mi viene da dire “ora non più”, e il dubbio sorge legittimo: forse sono invecchiato, stanco, ho fatto il mio tempo e chissà dovrei farmi da parte.
Poi provo a ragionare, e vedo che in realtà le mie attività con i bambini funzionano bene come sempre, anzi di più. Continuiamo anche a usare sistematicamente la tecnologia, producendo video e siti web, e attraverso la rete stanno partendo non uno ma diversi progetti, tra i più belli e avanzati a cui abbia mai partecipato. Sto anche pubblicando proprio oggi il mio primo ebook...
Allora, cosa c'è che non va? Forse il fastidio crescente per questi “ultimi arrivati” che conoscono solo tablet e touch screen e vanno in giro dando lezioni al mondo? Forse quel fiorire di luoghi comuni che descrivono i bambini di oggi come una generazione di “mutanti digitali”, messi in giro da gente che evidentemente i bambini veri non li conosce ?
E' come un senso generale di falsità in cui a forza ci si vuole obbligare a vivere, in cui dominano gli stereotipi, l'ignoranza, l'onnipotente mercato! Nella società, nei media, nella scuola, dove l'esperienza degli umani è nulla e l'ideologia omologante è tutto. Sto bene, benissimo con i bambini, ma sono a disagio nel contesto... Se il mondo andasse bene, avrei di che preoccuparmi!

Nella foto sopra si vedono tre bambine e una maestra chine sull'erba, che stanno guardando qualcosa. In realtà, la maestra aveva in mano una videocamera (la tecnologia c'era!), ma quello che stavano facendo era cercare e scoprire gli animaletti nel prato: insetti, ragni, millepiedi, lumache, lombrichi, bellissimi e entusiasmanti per i bambini, molto più di un videogioco! Poi, grazie a video e fotografia, con il computer, il proiettore, il software giusto, non solo riviviamo e approfondiamo l'esperienza ma, se vogliamo, il videogioco lo facciamo noi!

Ecco, forse è proprio questo l'ultimo passaggio, quello più importante, che nell'andazzo della tecnologia usa, esibisci e getta degli ultimi anni si sta perdendo... E il disagio ha ora tutto il senso di una possibile “rivoluzione” che seriamente rischia di non esserci più!

1 commento:

  1. ES TOD UN RIESGO PEO ENE EL FONDO ESTA NUESTRA APUESTA POR NO PEDER LA IMAGINACION NI LA CREACION PROPIA; EL MERCADO ESTARA SIEMPRE BORBANDENADO PERO ESTAMOS HAY LOS SERES HUMANOS PARA JUGAR Y OFRECER LA OTRA MIRADA. ME ENCANTA TU PROCESO FELICITACIONES
    RUTH

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