lunedì 25 marzo 2013

Come ti “insegno” il web!


Premetto: dato che, pur lavorando molto con i bambini e i ragazzi dalle materne alle superiori, io non sono un insegnante, negli ultimi tempi non sto dedicando molto tempo e attenzione a certe “evoluzioni” della scuola italiana. Non mi piace l'aria complessiva che vi si respira, non capisco – intendo da un punto di vista educativo e didattico – l'ansia diffusa di “digitalizzazione” e, piuttosto che polemizzare su una quantità incredibile di sciocchezze che girano (buone ultime, e mi è difficile credere che siano vere, le idee deliranti attribuite a un ministro di un governo che non c'è più!), preferisco essere eventualmente utile in modo indiretto proponendo, dentro e fuori la scuola, esperienze concrete di cittadinanza attiva che ritengo di sicura validità. Lascio poi alle scuole e ai docenti che eventualmente le adottino, di ricondurle alla loro programmazione.

Mi frullano in testa i frammenti della conversazione che ho avuto qualche giorno fa con una mia amica professoressa delle superiori, che mi raccontava di quello che le hanno detto di fare, per guidare i suoi studenti tra le perigliose onde dell'oceano della rete.
Avendo tra l'altro aboliti (o in via di abolizione) i libri di testo cartacei, l'insegnante in pratica dovrebbe, dato un contenuto, andare a vedere più o meno tutte le pagine web che ne parlano e scegliere quelle su cui fare studiare poi i suoi studenti. Cioè, come fino a ieri si propinavano i libri, oggi, usando le LIM e i tablet, a scuola si dovrebbe propinare la rete, opportunamente esplorata, valutata, selezionata...
O mio Dio! Se uno studente mi prospettasse una cosa del genere, gli direi: “Ragazzo mio, mi dispiace, ma tu di come funziona la rete non hai capito niente!”
E' come se quando io porto i bambini nel cortile in cerca di insetti, pretendessi di trovare prima da solo tutto il “trovabile”, in modo da sapere preventivamente il nome, la famiglia, l'ordine di ogni possibile esserino che troveremo. Il che, se nel senso comune tuttora corrisponde perfettamente alla funzione di un insegnante, è proprio ciò che lo studio in rete, così come la libera esplorazione di un ambiente naturale, rendono praticamente impossibile; ci sarà sempre, per quanto accurata e faticosa sia stata la mia preparazione, un animaletto che arriva lì imprevisto a scombinarmi l'ordine della didattica!

Fuori di noi c'è una realtà complessa e tendenzialmente ridondante che – in tempi di comunicazione diffusa, interattiva, multidirezionale - sfugge ai criteri tradizionali di trasmissione culturale, ma chiede piuttosto di essere via via osservata, inquadrata, compresa in certi concetti chiave, se si vuole anche “appresa”, con la consapevolezza però che non potremo mai possederla. Solo le specie conosciute di insetti sono più di un milione, e anche il professore più esperto del mondo non le conoscerà mai tutte! Ma insieme si può cercare di capire e attivare i meccanismi di pensiero adatti per orientarci, per stabilire un ordine provvisorio nelle cose che non sarà mai tutta la “verità”, ma che ci darà una progressiva e migliore consapevolezza del mondo.

Credo che una delle ragioni della odierna litigiosità a tutti i livelli sia proprio dovuta all'insicurezza delle persone rispetto alle cose che sanno e che non sanno. Dove non è questione di libri, televisione, strumenti digitali, ma proprio della rigidità di un pensiero che a tutti costi - condizionato dall'ideologia anacronistica quanto coriacea delle verità contrapposte, della competizione, della negazione del punto di vista altrui, figlia di una civiltà industriale morente - ci induce tendenzialmente a ragionare in termini di giusto e sbagliato!
Navigare intelligentemente il Web, così come osservare i “concittadini inaspettati” nel giardino, potrebbe favorire processi cerebrali più elastici, che ci aiuterebbero a vivere tutti meglio.
Ma può anche darsi che la difficoltà sia sta mia a comprendere quello che realmente mi diceva la mia amica professoressa e che - come va di moda oggi e come mi auguro di cuore - alla fine io abbia frainteso!

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